Recensione: Haunted Dreamscapes
Dopo anni di silenzio i russi Temnozor, celebri soprattutto in quanto considerati tra i fondatori del National Socialist Black Metal, tornano a farsi sentire con ben due album. Un live, completo di DVD, e questo “Haunted Dreamscape”, terzo capitolo della loro discografia in studio. Da notare come questo cd esca, a seconda della zona geografica, in due versioni: una internazionale con testi e scritte in inglese, l’altra, intitolata “Урочища Снов” (e con copertina leggermente differente), in cirillico.
Nonostante le diversità grafiche tra le due uscite, l’album è uno solo ed è interamente cantato in russo. La scelta si rifà all’ideologia di cui i Temnozor si fanno sostenitori. Una fiera identità nazionale e culturale che li porta a rifiutare le grandi religioni monoteistiche, in particolare cristianesimo ed ebraismo (contro cui sono praticamente tutti i testi dei loro brani), per abbracciare, invece, le divinità pagane e il cantato in lingua come elementi di orgoglio e distinzione.
In questo “Haunted Dreamscape” emergono prepotentemente, sotto il profilo musicale, i rimandi alla terra d’origine del gruppo. Gli elementi folk, che, dopo gli inizi dedicati a un grezzo raw black metal, si sono conquistati progressivamente spazio nel sound della band, sono ora uno dei tasselli fondamentali. Addirittura le sfuriate black di chitarre e doppia cassa son ora relegate in secondo piano, in favore di un songwriting decisamente più atmosferico e votato alle melodie intessute dal flauto. Come conseguenza di questa evoluzione del sound anche la voce pulita, che duetta spesso con quella growl, gode di molto più spazio.
Per chi non dovesse ancora conoscere la band, sicuramente un nome che ritorna subito alla mente è quello dei Negura Bunget. I Temnozor, infatti, si muovono nei pressi degli stessi lidi musicali fondendo, di volta in volta con percentuali diverse, gli ingredienti principali di folk e black-metal. Se, però, con i dischi precedenti era, forse, già più possibile tentare un raffronto anche dal punto di vista qualitativo, bisogna ammettere che con “Haunted Dreamscape” il gruppo russo ha sbagliato un po’ la mira. Questo loro terzo studio-album gode sicuramente di un ottimo gusto per le melodie, ma risulta a tratti ridondante e poco incisivo, quasi svogliato nel suo incedere, come se si fosse allungato un po’ troppo un brodo che meritava di rimanere ristretto.
Tornano i Temnozor, tornano dopo anni di silenzio e tornano a riprendersi lo scettro che gli appartiene di diritto. “Haunted Dreamscape” è un album dalle fortissime tinte folk che dimostra come, nonostante il tanto tempo passato, le qualità e le capacità compositive non sono cose che si perdono per strada. Ma è anche un album che sembra allungato più del dovuto e che soffre, qui e là, di qualche momento non all’altezza che fa calare l’attenzione e l’interesse dell’ascoltatore. Di certo un ritorno che merita un ascolto, ma che avrebbe potuto anche essere decisamente migliore.
Tracklist:
01 Eaves of Death
02 Evilgod’s Ravens
03 Sunwheels of Solstice
04 Haunted Dreamscapes
05 Chalice of Morrow
06 The Heart of Crane Distances
07 Silent Be the Winds
Alex “Engash-Krul” Calvi
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