Recensione: He Who Walks Alone [EP]
Barbarossa è il nome ultimo di questa giovane band veneta, formatasi nel 2014 grazie a Lorenzo e Davy; i quali, mossi da idee quasi incompatibili ma al tempo stesso in perfetta simbiosi caratteriale, decidono di dar vita a questo nuovo progetto chiamandolo dapprima Stinger, all’epoca composto da tre musicisti. Passano i mesi e vi è un cambio di line up; Cristiano Perin, alla batteria, entra a far parte della band. Nell’agosto del 2014, finalmente la tanto sudata line up è finalmente completa grazie all’arrivo di Alex Omega al basso. Il nostro quartetto, finalmente ultimato, cambia nome in Barbarossa dando così il via alla propria carriera, ancora embrionale. Passano due anni durante i quali i Nostri s’impegnano a trovare la giusta dimensione della band arrivando, così, alla conclusione ultima di voler amalgamare due stili: quello Thrash e quello Death Metal, i quali verranno proposti a più riprese nel loro primo EP “He, Who Walks Alone”. Ciò che il combo veneto ci propone è un lotto composto da cinque tracce per un totale di circa venti minuti di musica, nei quali vengono racchiusi violenza, dinamismo, rabbia ed aggressività, già in prima istanza mostrati dal guerriero teutone in copertina. La prima traccia “Confessions Through The Torture” è la più lunga di tutto l’EP e si presenta in modo atipico rispetto gli altri brani. I primi secondi vengono scanditi da maligne risate, le quali verranno successivamente riprese nel corso della canzone, per poi dare il via ad un sound scandito da riff di chitarra di chiara scuola Thrash Old School. Ciò che può lasciare interdetto l’ascoltatore è la rabbia cieca che fuoriesce dalla voce di Lorenzo, il quale si presta a valide sessioni di canto; probabilmente, il punto di forza dell’album è dato dalla sua voce potente e massiccia. “Operation Barbarossa”, nonché primo singolo rilasciato dalla band, è il secondo brano dell’EP: canzone breve ma intensa. Due minuti e mezzo di pura cattiveria durante i quali urla, growl, e tutti gli strumenti si amalgamano perfettamente creando un muro del suono quasi impenetrabile. “He, Who Walks Alone”, terzo brano del lotto pare perdere, nei primi secondi della canzone, quel dinamismo creatosi precedentemente per poi riprendersi durante il corso in modo altalenante poiché durante l’esecuzione del brano esso par affievolire e perdere quel mordente che verrà finalmente recuperato verso la fine della canzone con un assolo di chiara ispirazione alla scuola Schuldiner.
Arriviamo così verso la fine dell’EP con le ultime due tracce: “Into The Gloom” e “Perverse Aesthetic”. Entrambi i brani sono sia un chiaro rimando anche alla scuola svedese come gli Unleashed, sia alla scuola americana capitanata dai Death. L’EP presentato dai Barbarossa presenta diverse sfumature che vengono mostrate a più riprese e questo non fa altro che impreziosire il prodotto creato dalla band. Uno dei tasti dolenti può essere riscontrato nella produzione, poiché essa non è sempre ottimale dato che sono presenti evidenti errori di equalizzazioni dei suoni: probabilmente tutto è stato fatto per scelta, per mettere in risalto taluni strumenti piuttosto che altri, ma ciò crea un qualche problema di omogeneità creando all’ascoltatore anche qualche “disorientamento” sonoro. Fermo restando che la produzione è home made e su certi tipi di errori, in tal senso, si può anche passare sopra; ma è bene comunque tenerne conto. I Barbarossa sono comunque un’ottima proposta italiana sicuramente da tenere d’occhio.