Recensione: Headbanging Forever
Sei anni sono trascorsi dall’ultimo full length “The Seed of Foolishness”, sei anni di attesa, una lunga, estenuante attesa. Sei anni di continui cambiamenti, stravolgimenti e colpi di scena, in cui i milanesi Extrema, come sempre, verrebbe da dire, hanno fatto parlare di sé, nel bene e nel male. Adesso però il momento è di quelli tosti, capace di catalizzare l’attenzione di fan e addetti ai lavori: la band di Tommy Massara si appresta a pubblicare il proprio settimo sigillo. Eccoci quindi qui riuniti, birra alla mano, pronti per iniziare a confrontarci su uno dei dischi più attesi di questo 2019. Prima di parlare di “Headbanging Forever”, questo il titolo della nuova fatica del quartetto meneghino, meglio mettere però le cose in chiaro: alzi la mano chi di voi riconosce agli Extrema un ruolo di riferimento nella scena metal italiana; bene, ora alzi la mano chi, invece, ha sempre tacciato la band di Tommy Massara come “modaiola”, come un quartetto che ha sempre cercato di cavalcare l’onda del momento, non riponendo grande considerazione nel combo di Milano.
Bene, i primi possono continuare a leggere in totale tranquillità e armonia queste righe, i secondi, invece, sappiano che qui parleremo bene degli Extrema e della loro nuova fatica; a voi la scelta, quindi, se continuare o meno con la lettura.
Parentesi obbligatoria, questa, visto che con gli Extrema non esistono mezze misure: o li si ama o li si odia.
Come dicevamo, in questi sei anni trascorsi dall’uscita di “The Seed of Foolishness”, in casa Extrema sono successe molte cose: c’è stato un avvicendamento alle pelli, con l’ingresso in line-up del panzer Francesco La Rosa e, soprattutto, un vero e proprio terremoto interno, che ha portato all’allontanamento dello storico frontman GL Perotti, che con la sua voce e i suoi testi di denuncia ha caratterizzato il sound della band per quasi trent’anni. Al suo posto, al microfono, è così entrato in formazione Tiziano Spigno, cantante già attivo con i Lucky Bastardz e che abbiamo già ammirato con i thrasher meneghini in sede live, in questi ultimi due anni. I “nuovi” Extrema dal vivo sembrano affiatati e in forma smagliante, ma come sarà un loro nuovo album? Ci sarà continuità o uno stacco dal passato? Come potrà essere accolto dai fan, abituati a sentire la personalissima e riconoscibilissima voce di GL?
Beh, ogni dubbio, ogni domanda, ogni curiosità può trovare risposta solamente inserendo “Headbanging Forever” nel lettore e iniziandone l’ascolto. Inutile dire che l’osservato speciale sia proprio il nuovo cantante Tiziano Spigno. Rispetto all’ingombrante predecessore, Spigno presenta uno stile old school, completamente diverso da quello di GL, tanto che in alcuni frangenti si possono trovare delle assonanze con la voce del sempreverde Eric A.K. dei Flotsam and Jetsam. ‘Borders of Fire’ è un esempio lampante di quanto appena detto, nonché una delle canzoni più convincenti del nuovo platter griffato Extrema. Questo approccio old school del cantato, ovviamente, trova riscontro anche nell’aspetto prettamente musicale, dove quel “volpone” di Tommy Massara dimostra una volta in più le sue abilità in fase di songwriting, creando delle partiture atte a valorizzare l’operato di Spigno al microfono. “Headbanging Forever”, infatti, pur rimanendo coerente con l’attitudine espressa negli ultimi lavori, è un disco caratterizzato da una forte componente thrash, nell’accezione più classica del termine. Un album estremamente contemporaneo, al passo con i tempi, che mescola violenza sonora, caratterizzata da dei veri e propri assalti frontali, a melodia e partiture groove metal. Un full length in cui la chitarra di Massara ci regala dei riff abrasivi, pesanti, graffianti e spezzacollo, tanto che l’appellativo di Tommy “Massacra” calza a pennello in questo settimo platter. A questo, poi, va aggiunta una sezione ritmica rocciosa e articolata, pronta a valorizzare quanto espresso dalla chitarra, in cui spicca la prestazione di quella macchina da guerra che risponde al nome di Francesco La Rosa. Il batterista ligure non ha sicuramente bisogno di presentazioni e il suo valore è noto da tempo, ma la performance messa a segno in “Headbanging Forever” è di assoluto valore e regala una marcia in più al disco. ‘Pitch Black Eyes’ è il classico pezzo “provare per credere”.
Se poi volessimo essere pignoli e cercassimo il classico pelo nell’uovo, dovremmo dire che l’album perde un pizzico di mordente nelle battute finali, con pezzi come ‘Paralized’ e ‘The Showdown’ che, pur garantendo il dovuto pestaggio sonoro che ci si attende dagli Extrema, non esibiscono la stessa freschezza espressa nelle altre composizioni. E la prestazione di Spigno? Beh, il neo entrato regala una prova convincente, anche se in alcune dinamiche non appare del tutto a proprio agio, ma sono piccoli peccati veniali su cui si può tranquillamente soprassedere, soprattutto a fronte della qualità espressa negli oltre quaranta minuti che compongono “Headbanging Forever”. Certo, chi come il sottoscritto è sempre stato legato alla voce di GL, alle sue brutali sfuriate, intervallate da passaggi in clean voice, risulterà un attimo spiazzato dal cambiamento, ma il valore della settima fatica degli Extrema e della prestazione dei singoli vanno sicuramente riconosciuti e apprezzati.
“Headbanging Forever” rappresenta quindi una sorta di nuovo inizio per gli Extrema, che si presentano nel 2019 carichi di stimoli ed energie nuove. L’inizio è sicuramente degno di nota, da qui, con un amalgama destinato a consolidarsi ulteriormente, i Nostri possono solamente migliorare. “Headbanging Forever”, intanto, è un disco di livello, pronto a tenere alta la bandiera del thrash made in Italy, un lavoro che, assieme a “Operation Misdirection” degli Ultra-Violence, evidenzia l’ottimo stato di forma del movimento thrash tricolore. Una piccola nota a margine: un semplice caso che in entrambi i lavori abbia suonato Francesco La Rosa?
Marco Donè