Recensione: Headquakes
I friulani Headquakes nascono nel 2003, dopo la classica gavetta e gli inevitabili cambi di line-up riescono a far uscire un demo nel 2007, che riceve buoni riscontri e inizia a far circolare il Loro monicker negli ambienti defender. Il genere, infatti, è un HM classico che affonda nelle radici negli anni Ottanta ma che fa propria l’urgenza sonora che si è sviluppata dalla fase post Grunge in poi. Il debutto ufficiale, dal titolo omonimo, vede la luce quest’anno sotto l’egida della Dracma Undergound Dept, è mixato presso gli studi dell’etichetta mentre per quanto attiene la fase di masterizzazione i Nostri si sono spinti fino a Berlino.
Undici sono le tracce racchiuse in “Headquakes”: Nexus VI è un intro strumentale che tira la volata a Sons of Tyrell, song decisa e perentoria, che vive del duello delle due chitarre, fin dall’attacco iniziale. Buono il refrain, che con uno screamer a “sirena” avrebbe davvero colpito nel segno. Ancora HM tradizionale in Merchant of Soul, pezzo che si fa ricordare per l’azzeccato inserto melodico a metà brano, A Ziggy’s Fault passa e lascia campo libero alle grandi cavalcate metalliche di Lights of Siam. The Curse è un’altra mazzata che si auto alimenta dalle note possenti suonate dal basso di Giorgio Anselmi, Madhatters potrebbe essere molto migliore se le parti vocali fossero state più curate, Ways non aggiunge né toglie niente all’economia del disco ma è con Help! che gli Headquakes stupiscono: la cover del celeberrimo hit dei grandi The Beatles viene proposta in maniera abbastanza credibile e sufficientemente piacevole, senza far gridare al sacrilegio, come spesso accade quando si toccano dei brani immortali appartenenti ad altri generi. Mistrak di fatto apre Winter’s Hunter, un brano in linea con il resto, che però delude nel refrain, un poco sfilacciato. Monolitica, invece, la sezione ritmica, incalzata da un’implacabile coppia di asce, davvero ispirata e ficcante.
Concludendo, l’esordio discografico ufficiale del combo proveniente dal Friuli Venezia Giulia gronda di heavy metal ortodosso da tutti i solchi e questo va indubbiamente riconosciuto. Peccato davvero che il singer Giovanni Venier, seppur dotato di una voce vigorosa, peraltro pienamente a proprio agio in ambito slow e medio, pecchi fatalmente sui toni alti, penalizzando il risultato finale dell’intero lavoro. A livello di impatto, viceversa, ci siamo alla grande: gli Headquakes suonano potenti e corposi, particolare che traspare in maniera netta e chiara dalla loro musica, che denota il grande affiatamento fra i cinque componenti.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01-Nexus VI
02-Sons Of Tyrell
03-Merchant Of Souls
04-A Ziggy’s Fault
05-Lights Of Siam
06-The Curse
07-Madhatters
08-Ways
09-Help!
10-Mistrak
11-Winter’s Hunter
Line-up:
Matteo Corona – Guitar
Giorgio Anselmi – Bass
Giovanni Venier – Vocals
Dario Trevisan – Guitar
Vincenzo Gulisano – Drums