Recensione: Hear-Say

Di Fabio Vellata - 9 Gennaio 2006 - 0:00
Hear-Say
Band: Bad Habit
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

A distanza di due anni dalla ristampa di “Revolution” , già edito nel lontano 1995 e poi riproposto con bonus tracks e produzione riveduta e corretta (e di ben sette anni dal precedente album da studio “Adult Orientation”, datato 1998 e ultima prova significativa prima del temporaneo scioglimento) torna alla ribalta il nome degli svedesi Bad Habit band di primaria importanza della scena A.O.R. scandinava, attiva ormai da quasi un ventennio.

La novità principale riguardante questa nuova fatica è da rintracciarsi in una evidente evoluzione in termini di suono che lascia parecchio sorpresi.
Ascoltare una produzione di questo tipo in un lavoro A.O.R. è infatti quantomeno singolare: chitarre quasi stoppate in stile prog-metal con una sezione ritmica dalla resa estremamente “tonda” e potente, sono fattori piuttosto innovativi in un contesto che dovrebbe solitamente assumere contorni di assoluta melodia e morbidezza.
Sin dall’opener “To Love You” è immediata la sensazione di avere a che fare con un prodotto dal taglio decisamente più moderno: un ritornello dal grande impatto è sostenuto da una ritmica estremamente marziale tale da apparire quasi frutto di un campionatore, mentre chitarre dallo stile molto metallico fanno da contorno all’ottima voce del singer Bax Fehling, da sempre molto efficace e punto di forza della band.
E’ con la terza traccia “All That I Want” che riprendiamo finalmente confidenza con le melodie ariose e ben strutturate tipiche dello scandi-A.O.R.: ottimo coro, atmosfera solare ed elegante assolo piazzato in bella mostra, sono le prerogative di un brano davvero riuscito.

Convince il nuovo corso dei Bad Habit: con il procedere dei brani, l’ascolto si fa sempre più intrigante e ricco di spunti. E’ tempo quindi della urgente “Walk Of Life” arricchita da un leggero velo dal sapore orientaleggiante e della sorprendente “Reason”, brano quest’ultimo, che al proprio introdursi farà “storcere un po’ il naso” ai puristi, essendo dotata di chitarre particolarmente massicce e ruvide e di un incedere piuttosto “progressivo”.
Altro veemente martellamento nella successiva “Alive”, e nuovo squarcio di sole accecante nella gradevolissima “I Want To Know”, il pezzo dall’appeal più accattivante dell’intero lavoro, autentico “hit” dotato di un ritornello davvero “catchy” che si stampa in testa al primo ascolto. Chitarre ruvidissime rincorrono aperture di ampio respiro in “Take Control”, dandoci ancora una volta la conferma della nuova anima progressiva dei Bad Habit, per arrivare infine al lotto conclusivo di tracce, composto dalla sorniona e pop–oriented “Tell Me Why”, dalla gioiosa “I’ll Be The One”, dalla veloce “I Can’t Help Myself”, via via sino a raggiungere il terzo grande acuto del lavoro, la conclusiva “The Air That I Breathe”, ideale punto di contatto tra Richard Marx ed i Fair Warning più solari.

Al termine dell’ascolto è quindi possibile definire, senza troppe remore, “Hear Say” come un lavoro quantomeno interessante, caratterizzato dal vincente connubio tra sferzate moderniste e strutture dal richiamo vagamente prog a cui va ad assommarsi una produzione sorprendentemente “heavy”, senza tuttavia mai tralasciare le melodie vincenti ed accattivanti da sempre marchio di fabbrica dei Bad Habit.

Un tentativo ben riuscito di darsi una veste più adatta al ventunesimo secolo senza per questo perdere nulla della proprio stile.
Indubbiamente meritevole d’attenzione.

Tracklist:

1. To Love You
2. Swear
3. All That I Want
4. Walk Of Life
5. Reason
6. Alive
7. I Want To Know
8. Take Control
9. Tell Me Why
10. I’ll Be The One
11. I Can’t Help Myself
12. The Air That I Breathe

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