Recensione: Heart, Mind And Soul

Di Francesco Maraglino - 11 Luglio 2021 - 12:00
Heart, Mind And Soul
Band: Hardline
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: Hard Rock 
Anno: 2021
Nazione:
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82

Autori di uno tra gli album maggiormente di culto in ambito hard rock melodico/AOR (stiamo parlando di quel “Double Eclipse” dell’anno domini 1992 che vedeva in line-up anche personaggi del calibro Neal Schon e Deen Castronovo), gli Hardline di Johnny Gioeli negli ultimi anni hanno inanellato una catena di album, a partire da “Danger Zone” del 2012, di qualità incessante ed avvincente. Una vera e propria manna dal cielo, insomma, per quegli appassionati di questo genere musicale che desiderano ascoltare nuova musica e non si accontentano di riascoltare gli immortali classici del passato.

L’attuale formazione della band è da vero e proprio supergruppo, sul quale sventolano peraltro insieme due bandiere, quella statunitense e quella italiana. La line-up è costituita, infatti, oltre che dal vocalist Johnny Gioeli, dal tastierista Alessandro Del Vecchio, dal chitarrista Mario Percudani, dalla bassista Anna Portalupi, e dal batterista Marco Di Salvia.

Dopo il live del 2020, i cinque hanno prodotto adesso un nuovo studio album, dal titolo “Heart, Mind, And Soul”, che conferma lo stato di grazia della band. Dal disco scaturisce, difatti, un fuoco di fila di canzoni che rimandano in parte ai maestri del genere (dai Journey ai Foreigner e talora ai Bon Jovi), ma che possiedono una personalità propria ed inconfondibile ed esibiscono un mix equilibratissimo di energia e melodia, di pugno di ferro e di guanto di velluto.

L’hard rock, pur se sempre venato di melodia, esplode in brani come Fearless, come Fuel To The Fire, il tipico opener tiratissimo tra riff trafittivi e chorus innodici, e come il roccioso The Curse, dall’inconfondibile matrice a stelle e strisce.

‘80s Moment, ancora, è forgiata sempre in una solida matrice heavy rock ma qui con connotazione più patinata, mentre altre canzoni virano verso i territori AOR/class metal degli esordi degli Hardline. Pensiamo a Surrender (melodic rock di ottima scuola, groovy e gradevolissimo), Waiting For Your Fall (uptempo piacione e incalzante) e If I Could I Would (midtempo piacevole e dal chorus assai coinvolgente).

Obbligatoria la presenza di un pugno di ballate o, comunque, di canzoni dai toni più morbidi.
Spiccano tra di esse soprattutto una Heavenly vellutata ma pure grandiosa nei cori, con fughe di pianoforte e di chitarre nel coinvolgente finale, e We, che inizia con la delicatezza di piano, chitarra acustica e voce e poi si chiude con la band al gran completo.
Searching For Grace è, invece, un’intensa power ballad con voce ancora una volta sugli scudi, mentre Like That è una semiballad/midtempo soft-rock che si distingue per l’eccellente assolo quasi fusion.

“Heart, Mind, And Soul” è l’ennesima conferma  della grinta, della classe e della tenuta compositiva degli Hardline, e conferma la prestazione sempre superba del frontman e la entusiasmante performance di musicisti che hanno messo, appunto, anima, testa e cuore nella realizzazione di un album che non può mancare nella collezione dei fans di questi suoni.

Francesco Maraglino

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