Recensione: Heart of darkness
Heart of darkness, precedente alla saga epica iniziata poco tempo dopo con Tunes of war, è un grandissimo album di metal grezzo e oscuro, con qualche sprazzo di epicità qua e là. Ancora una volta Chris Bolthendahl sforna una grande prova confermandosi una delle voci migliori del power teutonico(potrebbe benissimo considerarsi un incrocio tra il cantato in growl e la voce di Hansi Kursh). Come detto questo album è da annoverare nella vecchia fase del gruppo e questo forse è un bene. Già i nostri ci regalano 8 canzoni(più l’intro) dall’ atmosfera tenebrosa (cosa che si rispecchierà anche nei titoli delle song…). Si parte con un intro molto oscura. La prima vera song è SHADOWMAKER supportata da un ottimo ritornello e con un testo sull’orlo del satanico. Ottimo esordio. Si prosegue con THE GRAVE DANCER, dove Chris alterna la voce heavy a parti in growl/scream che danno a questa canzone un ottimo refrain di rabbia. Si rallenta(ma non troppo) l’atmosfera con DEMON’S DAY, song più lenta e cadenzata delle altre con un’atmosfera alquanto inquietante. Si arriva poi ad uno dei pezzi migliori dell album, WARCHILD. Sorretto da un ritornello veloce e irresistibile, questa song è un concentrato di rabbia e follia e Chris è qui al suo massimo. Segue poi la lunga HEART OF DARKNESS (oltre dieci minuti…) calma ma sempre circondata da quell’ atmosfera lugubre presente in tutto l’album. Si velocizza di nuovo con HATE con un altro ritornello veloce e potente, per arrivare poi a CIRCLE OF WITCHES, fantastica song con un testo e un ritornello da spezzare il fiato. Capolavoro sfiorato. La conclusiva BLACK DEATH è la giusta conclusione, con la sua tetra attitudine,di un album tra i migliori di Boltendahl e Co. Se amate i Grave Digger compratelo a occhi chiusi, se non li amate… beh forse quest’ album vi farà cambiare idea.
Tracklist:
1. Tears of Madness
2. Shadowmaker
3. The Grave Dancer
4. Demon’s Day
5. Warchild
6. Heart of Darkness
7. Hate
8. Circle of Witches
9. Black Death