Recensione: Heart & Sacrifice

Di Francesco Maraglino - 21 Maggio 2023 - 8:00
Heart & Sacrifice
80

Sweet & Lynch hanno iniziato a produrre musica in accoppiata nel 2015 con l’album “Only To Rise”, che fu un bel successo di pubblico e critica, bissato due anni dopo dall’appena un po’ meno a fuoco “Unified”.
Il duo di cui stiamo parlando è naturalmente formato da Michael Sweet, cantante ed axeman della band capofila del metal cristiano, gli Stryper, ancor oggi attivissimo con la sua band madre, come solista ed in vari progetti (come gli Iconic), e George Lynch, chitarrista già nei Dokken e nei Lynch Mob, ed anch’egli freneticamente alle prese con svariati supergruppi come KXM e The End Machine.
Il suono dei Sweet & Lynch sintetizza in maniera perfetta l’energia metal cosparsa di melodia degli Stryper con il class melodico dei Dokken, aggiungendo talora un certo taglio da rock moderno.
Oggi ecco arrivare il terzo album del progetto, dal titolo “Heart & Sacrifice”, che vede due new entry (Alessandro del Vecchio al basso e Jelly Cardarelli alla batteria, al posto rispettivamente di James Lomenzo e Brian Tichy) ma che conferma il sound e l’ispirazione dei suoi predecessori.

Non manca in questo nuovo lavoro anche qualche spruzzata di polvere bluesy, come in You’ll Never Be Alone (in cui trapela appunto lo spirito più blues-oriented di Lynch e svettano pure le cadenze di batteria e basso) e in After All Is Said And Done (piena di sfumature roots in una chiave qui chiave lenta ed intensa).

Sempre a proposito di canzoni slow, nell’album sono incastonate altre tracce con andamento da ballad, come World Full Of Lies, nella quale s’incrociano mirabilmente gli stili dei due maestri, e Leave It All Behind, ancor più rilassata e melodica e dai toni melodrammatici e dolenti nello stile del canto.

La maggior parte delle canzoni che s’inanellano una dietro l’altra  in “Heart & Sacrifice”, però, sono uptempo da incasellare nell’ambito dell’ispirazione proveniente proprio dagli Stryper o (soprattutto, questa volta) dai Dokken.

Tanto è evidente proprio nella title-track Heart & Sacrifice, la quale fila veloce come un treno metallico e nella quale si stagliano  chitarre che s’inseguono e si scontrano, mentre la voce di Sweet si mantiene  sempre al top. Ancora, brani come It’s Time To Believe e Give Up The Night percorrono la strada di un heavy rock melodico ed epico in stile Stryper, mentre Where I Have To Go si muove nei meandri di class metal ed hard rock implacabili e ruvidi. Miracle, altresì, è un melodic hard rock veloce ma limpido anche nel gioco di chitarre.

In buona sostanza, grazie a “Heart & Sacrifice” possiamo rivolgere certamente un soddisfatto “bentornati” a Sweet & Lynch, i quali, per la terza volta, hanno realizzato un disco in perfetto equilibrio tra energia e melodia, e tra le diverse vocazioni che rappresentano il retaggio artistico dei due artisti, ma che convergono in unicum stilisticamente assai coerente e galvanizzante, che ci si augura di poter vedere ed ascoltare anche dal vivo.

Francesco Maraglino

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