Recensione: Heathen Machine
Gli inglesi Balance of Power sono a mio avviso una delle migliori band prog metal in circolazione oggi, con quattro dischi alle spalle e una innegabile evoluzione artistica che li ha condotti attraverso gli anni ad abbandonare il rock progressivo degli esordi per sposare la causa del prog metal oscuro e dinamico che li ha resi celebri tra gli amanti del genere. I Balance of Power giungono alla pubblicazione del loro quinto platter “Heathen machine” sotto la supervisione della Massacre Records tedesca e puntano ancora una volta verso una evoluzione credibile, personale e davvero ispirata. In primo luogo questo disco è un’opera complessa e articolata che richiede diversi passaggi per poter essere apprezzata in pieno. Mi piacerebbe aver letto recensioni un minimo più dettagliate perchè naturalmente un gruppo di questa portata non può e non deve essere liquidato con le solite dieci righe che non suscitano nessun interesse in chi legge. Il gruppo inglese punta con coraggio a un songwriting articolato e ambizioso alternando melodie intelligenti a costruzioni ritmiche vibranti e complesse. La produzione del disco regala ad ogni frangente di questa opera una perfetta resa sonora e un ottimo bilanciamento di energia e precisione come dovrebbe sempre essere per una band prog metal.
Il disco è introdotto dall’intro crescente “The rising” presto seguita dalla title track che si presenta come un pezzo veloce e grintoso ricco di spunti ritmici molto fluidi e ben eseguiti che confermano la preparazione tecnica del gruppo, su queste fondamenta vengono costruite ottime linee vocali che sanno colpire l’ascoltatore con eleganza e classe. Non ci vuole molto per ascoltare l’ennesimo capolavoro della discografia del gruppo “Wish you were here” è un brano perfetto, una ossatura dinamica, intelligente che alterna riff potenti e oscuri si infrange contro un ritornello riuscitissimo e coinvolgente, il tutto in sette minuti di grandissimo metal progressivo. Più eccentrica e psichedelica “Chemical imbalance” ripercorre il periodo rock del gruppo fondendolo con gli arrangiamenti metal del presente dei Balance of Power, anche qui il gruppo si rivolge a un pubblico piuttosto preparato e amante di sperimentazioni compositive eccentriche. Rapidamente “No place like home” riporta il disco al prog oscuro che ricorda da vicino lo stile inaugurato dai Dream Theater di “Awake”, anche in questo caso il gruppo inglese si tiene lontano da melodie già utilizzate da altri basandosi su un songwriting personale e vagamente malinconico. Più dinamica ma sempre molto raffinata sotto il profilo degli arrangiamenti “The eyes of all the world” è l’ennesima prova di classe dei Balance of Power, riff oscuri e frontali che diventano progressivi grazie a dei sapienti cambi di tempo dosati con gusto, insomma senza voler salire in cattedra i nostri sfornano una prova tecnica sopraffina. Più accessibile e melodica “Just before you leave” concede all’ascoltatore una prova vocale notevole e un ritornello molto coinvolgente, sebbene più rallentata questa canzone non perde il fascino delle precedenti. Classicamente in stile Balance of Power “Wake up call” si dimostra un brano complesso ma non ostico che si sviluppa in modo fluido lungo otto minuti di lunghezza senza dimenticare aperture melodiche dal grande fascino su chi ascolta, insomma musica di grande valore artistico. Maggiormente veloce “Necessary evil” pone fine al disco mantenedone alto il tiro grazie a una ossatura ritmica veloce, ma alteranta a improvvisi rallentamenti, e alle solite ottime linee vocali.
In conclusione i Balance of Power hanno composto un ottimo disco, probabilmente un vero highlight in ambito prog metal per questo 2003 e chiaramente hanno ancora una volta dimostrato di poter competere con le band più blasonate di questo genere.
Tracklist:
1. The rising
2. Heathen machine
3. I wish you were here
4. Chemical imbalance
5. No place like home
6. The eyes all around the world
7. Just before you leave
8. Wake up call
9. Necessary evil