Recensione: Heathen Warrior
Quinto album per i tedeschi Stormwarrior che, incuranti del tempo che passa, continuano imperterriti a proporre la loro miscela
di speed metal a tinte power come se non fossero mai usciti dagli anni ’80. Helloween e Running Wild sono certamente tra i numi
protettori di questo quartetto di metallari vecchi stampo e non solo per quanto riguarda lo stile: ricordiamo che Kai Hansen, oltre ad
averne prodotto i primi due CD, ha anche suonato con il gruppo come ospite sia in studio, sia dal vivo, ed è arrivato a portarli in
tour con i suoi Gamma Ray in più di un’occasione. Per quanto riguarda le tematiche, Heathen Warrior non si distacca dalle
quattro creazioni precedenti e continua a muoversi tra vichinghi, dei norreni e innevati paesaggi scandinavi, elementi molto cari a
Ramcke e compagni.
Nonostante un titolo che porta alla mente i Falkenbach, …Og Hammeren Hæves Til Slag… non è altro che un breve arpeggio
introduttivo che apre la strada alla title-track, caratterizzata da tutti gli aspetti per cui si può amare od odiare la musica degli
Stormwarrior: power chord e chitarre lanciate a tutta velocità su un letto di doppie casse martellanti, con la voce di Lars Ramcke che
avanza pulita, destreggiandosi tra assoli e coretti a bassa gradazione epica. Le dita tamburellano tenendo il ritmo anche durante
l’ascolto della traccia successiva, The Ride Of Asgård che, tutto sommato, si mantiene a un livello accettabile sia a livello
strumentale, sia per quanto riguarda il cantato. È leggero sospiro di scoramento quello che emette l’ascoltatore mentre accoglie la
quarta traccia, Heirs To The Fighte, prima della serie di canzoni dal titolo arcaicheggiante; è abbastanza ovvio che non è la
ricerca dell’originalità a muovere i ragazzi di Amburgo.
Se siete dei fan di lunga data degli Stormwarrior state pure tranquilli, non avrete nessuna delusione da quest’album; se, invece,
siete ancora incerti se espandere i vostri orizzonti musicali verso il freddo Nord dipinto dai tedeschi, tenete conto che il loro
maggior difetto è anche il loro maggior pregio: nessun compromesso musicale, nessuna variazione sul tema, prendere o lasciare!
La sequela di ritornelli accattivanti, contornati da chitarre che porgono il loro tributo ai Gamma Ray e una sezione ritmica che si
impegna il più possibile per mantenere elevato il ritmo, prosegue con Fyre & Ice. Portando avanti l’ascolto, diviene sempre più
difficile distinguere una traccia dall’altra, i brani che si susseguono calcano talmente tanto su uno schema già sentito che tendono a
fondersi nelle nostre orecchie se non gli si dedica un’attenzione più che completa. È solo con la maestosa The Valkyries Call
che la musica cambia, in tutti i sensi: la canzone riesce a distaccarsi dalle sue sorelle grazie a un ritmo più solenne e grave,
adatto per comporre un brano più epico, sempre debitore dal punto di vista musicale alla scena teutonica anni ’80 ma, se non altro,
dotato di una personalità propria. Purtroppo è solo un episodio, il disco si chiude con l’ennesimo brano-clone dal programmatico
titolo di And Northern Steele Remaineth, come a voler ribadire la volontà degli Stormwarrior di mantenere la posizione e
rimanere saldi nei propri principi musicali.
Nonostante tutto, Heathen Warrior non è un brutto album. La completa mancanza di originalità lo fa sembrare più lungo di quanto
sia in realtà ma, se non vi dispiace il genere, potreste avere in mano un CD in grado di farvi compagnia durante l’estate, infilato
nell’autoradio mentre andate a godervi il meritato riposo! Probabilmente, però, a settembre ne avrete già abbastanza. Idealmente,
potrei dare un consiglio a tre categorie di possibili acquirenti: se siete tra coloro che hanno seguito gli Stormwarrior dagli inizi
senza mai tentennare, ignorate il voto e procedete all’acquisto dell’album a occhi chiusi; se siete fan di Gamma Ray, Helloween o
Running Wild, potete valutare l’acquisto ma fareste forse meglio a indirizzarvi verso i primi album del gruppo che, se non altro,
hanno dalla loro una certa freschezza d’idee. Se non vi riconoscete in nessuna delle altre due categorie, saziate la vostra fame di
vichinghi con gli Amon Amarth.
Damiano “kewlar” Fiamin
Discutine sul forum nel topic relativo
Formazione:
Lars Ramcke – Voce, Chitarra
Alex Guth – Chitarra
Yenz Leonhardt – Basso
Hendrik Thiesbrummel – Batteria, Voce
Tracce:
01. …Og Hammeren Hæves Til Slag…
02. Heathen Warrior
03. The Ride Of Asgård
04. Heirs To The Fighte
05. Bloode To Bloode
06. Fyre & Ice
07. The Returne
08. Wolven Nights
09. Ravenhearte
10. The Valkyries Call
11. And Northern Steele Remaineth