Recensione: Heathens Rage
….“Impossible to find”, .. ..”da avere assolutamente”….”Gioiello D’Acciaio…sono solo alcune definizioni che caratterizzano le descrizioni nelle liste specializzate di questo mega-raro mini lp. Sicuramente il 99% di voi non ha mai sentito parlare di questi sconosciuti Heathens Rage ma vi assicuro che queste tre tracce radono al suolo l’intere scena power epic attuale.
Autentico oggetto di culto, questo 12” rientra sicuramente tra i dischi più ricercati dagli appassionati di heavy metal anni 80. Questi “barbari incazzati” propongono una miscela esplosiva di power epic metal made in U.S.A che pur non essendo caratterizzata da una vena di originalità colpisce al primo ascolto per la qualità della proposta che racchiude in tre tracce tutti i luoghi comuni necessari per far letteralmente impazzire i fanatici di queste sonorità. La tetra copertina ha sicuramente aiutato a creare quel mistico alone di culto che ricopre questa reliquia ma vi assicuro che la qualità di queste tre canzoni ha contribuito in maniera determinante a far lievitare la sua valutazione fino a raggiungere le 270€.
Un delicato arpeggio accompagnato da un breve susseguirsi di note fungono da preludio alla devastante Knights Of Steel, spettacolare esempio di power speed song condita in maniera esemplare da ottime linee vocali di chiaro stampo epic metal. Le prime due strofe accompagnate da un tellurico lavoro di batteria rallentano verso la metà del brano per poi ripartire con un riff deflagrante supportate da nuove linee vocali che trovano il loro apice in una serie di acuti a mo di grido di battaglia poste sul finire del brano.
In poche parole Knights Of Steel è la “Medieval Steel” degli Heathens Rage. Capolavoro. Lugubri rumori di fondo anticipano il riff secco e tagliente di City Of Hell altro speed epic metal molto più lineare di Knight Of Steel ma non per questo meno coinvolgente. Prendete gli episodi più veloci di Battle Cry ( Omen) e Master of Disguise (Savage Grace) e non sarete lontani dalle coordinate stilistiche di questa song.
Il disco è chiuso dalla più cadenzata “Dark Storm” tipico heavy metal anch’essa baciata da epiche linee vocali che solo i singer americani hanno saputo regalarci nel percorso storico della nostra musica. Intendiamoci, non ci troviamo di fronte Eric Adams, anzi in molto casi il buon Bob Pizzauro stona, ma la passione che riesce a trasmettere attraverso le sua ugola è pregna di quell’atmosfera metallica che per ovvi motivi solo gli anni 80 hanno saputo regalarci. “Heathens Rage” trasuda passione e acciaio ma la scarsa reperibilità relegherà per sempre il loro nome in un angolo buoi della storia dell’heavy metal.