Recensione: Heaven If
Primo demo per i milanesi Heaven If e primo importante passo di una nuova formazione di belle speranze. Nata nel 2005, la band ha subito iniziato a lavorare sui primi pezzi, dedicandosi all’attività dal vivo a partire dal 2006, fino a concretizzare i propri sforzi in questo demo di cinque brani completato nell’autunno del medesimo anno.
Al di là della vita ancora relativamente breve del progetto Heaven If, i cinque musicisti all’opera non sono certo dei novizi: ciascuno di loro ha alle spalle un’esperienza ultradecennale, che traspare con lampante chiarezza nei cinque brani di questo EP. Pezzi come “Cassalid’a Song” o “Insomnia” evidenziano un livello tecnico una buona spanna superiore rispetto alla media dei demo del medesimo genere, lanciando un progressive metal decisamente intricato su cui si riflettono le molteplici esperienze dei singoli musicisti (jazz, funky, folk orientale e addirittura tango argentino). La complessità del songwriting tende a rendere l’ascolto piuttosto impegnativo, in particolare per chi non fosse avvezzo a siffatto tipo di ricerca sonora. Un contributo a una maggiore fluidità potrebbe essere fornito dalle linee vocali, pulite e controllate anche nei passaggi più impegnativi, ma queste preferiscono tuttavia conformarsi all’approccio degli strumenti e seguire sentieri spesso ostici e tortuosi. La melodia, insomma, resta spesso in secondo piano e alla lunga tende a essere soffocata nella ragnatela delle ritmiche e dei riff.
Assodato il valore dei singoli musicisti, si può dire che già da ora la band si trovi davanti a un bivio: insistere sulla via di complessità e sperimentazione, anche a costo di rinunciare a qualcosa dal punto di vista dell’orecchiabilità, oppure aprire uno spazio maggiore all’elemento melodico, a vantaggio della fruibilità del lavoro intero. Per quanto riguarda il presente, gli Heaven If iniziano a stendere una base già piuttosto solida sulla quale costruire il proprio futuro, senza peraltro rivolgersi con troppo zelo -come invero spesso accade- alle lezioni dei padrini del genere. Per chi ama il progressive tecnico ed eclettico, ecco insomma una band da tenere d’occhio.
Riccardo Angelini
Tracklist:
1. Liquid Circles
2. Cassalida’s Song
3. Passage
4. Behind The Lies
5. Insomnia