Recensione: Heaven’s Gate

Di Fabio Vellata - 22 Luglio 2007 - 0:00
Heaven’s Gate
Band: Keldian
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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78

Sul mercato già da alcuni mesi (febbraio 2007) ma senza alcun dubbio degno di qualche interesse, è il debut album dei norvegesi Keldian, band di recente formazione che va ad arricchire la già corposa pattuglia di ottime realtà provenienti dalle terre nordiche.

Formatosi attorno alle figure dei due leaders Christen Andresen e Arild Aardalen, il gruppo scandinavo pare avere dalla sua un aspetto preponderante e di buon auspicio, ovvero la capacità di rifarsi ad una moltitudine di ispirazioni diverse pur mantenendo una accettabile dose di personalità e gusto proprio, utile per diversificare la proposta dalla marea attualmente disponibile.
La musica dei Keldian appare infatti come un gradevole ibrido tra il melodic-power, che ha negli ultimi Sonata Arctica e Stratovarius alcuni dei nomi di maggiore importanza, ed il tipico hard rock cromato ed elegantissimo di chiara estrazione nordeuropea, strizzando l’occhio di tanto in tanto a situazioni più metalliche in pieno stile Angel Dust (molto simile anche l’impostazione vocale), senza tralasciare infine una evidente sfumatura ai confini della new age più liquida ed ammorbidita.
Molto azzeccato inoltre, il palpabile e sofisticato alone da “viaggiatori dello spazio”, che sin dalla copertina appare evidentissimo e regala una dose aggiuntiva di fascino al disco, davvero ben confezionato e curato in ogni sua parte, sia essa estetica che sonora.

Venendo ai brani, al primo impatto le composizioni appaiono fresche, corpose, a tratti divertenti e, pur non inventando assolutamente nulla di nuovo, piacciono immediatamente lasciando un gradevolissimo ricordo di se nella memoria dell’ascoltatore.
Principale punto di forza del songwriting in dote al combo, sembra essere il buon equilibrio che viene instaurato tra il corpo della canzone e le parti solistiche, alquanto ben eseguite, al pari di una discreta abilità nel costruire hooklines facilmente memorizzabili nei ritornelli e nelle melodie portanti.
Esempi di quanto appena detto sono certamente brani come l’iniziale ‘Crusader’, dall’incipit tutto sommato anonimo ma dalla vivacità trascinante e dal coro molto efficace, le successive ‘Heart Of The Sun’ e ‘Heaven’s Gate’, canzoni rappresentative di un gruppo dalle mille influenze (la title track è, in certi frangenti, un frammento rigurgitato dalla dark wave meno cupa di chiara ispirazione tedesca), così come le magniloquenti ‘Redshift’ e ‘Prophecy’, per finire alla conclusiva ‘Plains Of Forever’, lunga traccia che nelle parti strumentali avvicina i Keldian addirittura al feeling romantico e descrittivo dei maestri Tangerine Dream.
In un contesto di così ottima caratura non mancano tuttavia alcuni brani leggermente scontati e meno brillanti, dove le fonti di ispirazione lasciano troppo il segno ed i risultati appaiono meno buoni: ‘Sundancer’, ‘Beyond The Stars’ e ‘Salvation’ sono infatti tracce che, pur non dispiacendo affatto, perdono molto in appeal a causa di smaccate similitudini con il power melodico dei già citati Sonata Arctica, somiglianza di per se non certo esecrabile, ma fuori luogo e lievemente disdicevole se così marcata ed evidente.

Buon colpo dunque da parte della Perris Records, label americana sempre più attiva e radicata in territorio scandinavo, che, dopo la buona prova offerta recentemente dai discreti Blind Alley, ha saputo scovare questa nuova interessantissima realtà di sicura prospettiva e dalle potenzialità alquanto notevoli.
Nell’attesa di futuri sviluppi i fans del rock europeo e gli appassionati di melodic power provino intanto a dare un ascolto a questo ‘Heaven’s Gate’: la scoperta potrebbe rivelarsi parecchio piacevole.

Tracklist :

01. Crusader
02. Heart Of The Sun
03. Requiem For The Light
04. Heaven’s Gate
05. Redshift
06. Salvation
07. Sundancer
08. Prophecy
09. Beyond The Stars
10. Plains Of Forever

Line Up:

Christer Andresen – Voce / Chitarra / Basso
Arild Aardalen – Tastiere / Add Vocals
Jørn Holen – Batteria
Maja Svisdahl – Voce
Gunhild Mathea Olaussen – Violino
Mats Rybø – Voce

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