Recensione: Heavy GIBOX
Davide Gherardi è un chitarrista bergamasco, il quale ha partecipato a progetti come gli heavy Los Pirates ed i folk-metal Folkstone nel loro disco d’esordio.
Gherardi ha adesso rispolverato i GiBox Mobile, un power trio fondato nel 1999 e dedito ad una musica totalmente strumentale che vede, oltre al Gherardi alla sei-corde, anche Francesco Lorenzi al basso e Francesco Marzetti alla batteria.
I tre hanno licenziato nel 2012 un full- length dal titolo “Heavy GIBOX”, che rappresenta una scorribanda tra le più diverse influenze e i più svariati percorsi musicali e strumentali.
L’iniziale 09h13no3 è, ad esempio, una veloce ed avvincente parata di riff ed assoli hard rock resa più esuberante dall’opera vivace dell’accoppiata basso e batteria
The Fox And The Snake rappresenta una cavalcata hard rock carica di groove ed assai accattivante, imperniata su ficcanti riff chitarristici ed sul suono pulsante del basso.
Davide’s Search, invece, è un viaggio dalle suggestioni hendrixiane, arricchito da sfumature blues e jazz e che concede largo spazio all’ improvvisazione.
Mariposas, al contrario, è onirica e rarefatta, e su atmosfere sognanti si colloca pure b612, che però esibisce una chitarra elettrica più evidente ed una seconda parte, all’opposto, pulsante e ritmata, che disegnano uno dei pezzi più interessanti del lotto.
Con Requiem For A Captain, invece, si torna su percorsi heavy contrassegnati da possenti riff d’ascia.
Un basso molto groovy è, invece, il protagonista di Passeggiate in Metrò, ed è, viceversa, la batteria la protagonista quasi marziale di Christmass ’11, traccia molto variegata in cui risalta la chitarra elettrica e che concede spunti di musica popolare un pò alla Celebration (PFM), ed una conclusione hard rock con tracce fusion.
Scopiaz è ancora una composizione relativamente rarefatta e distesa con guizzi d’elettricità, che rende omaggio dichiaratamente il bluesman Sonny Landreth, mentre per quanto riguarda Jimix … il titolo dice tutto!
Heavy GIBOX è, dunque, un lavoro piacevole, ben suonato e molto tecnico, magari un pò troppo eterogeneo sul piano stilistico, il cui virtuosismo è, comunque, lontano da ogni sterile autocompiacimento e per questo ancora più gradevoleda ascoltare.
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