Recensione: Heavy Metal Eruption

Di Stefano Ricetti - 28 Settembre 2016 - 9:43
Heavy Metal Eruption
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2016
Nazione:
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90

HEAVY METAL ERUPTION ROCKERILLA   Copia

 

Dando origine ad ‘‘Italian Massacre’‘, una settorializzazione della rubrica Heavy Metal dedicata alle underground band che operano fra troppe difficoltà nel sottobosco musicale italiano, non avrei mai immaginato una risposta d’interesse così vistosa. Numerose cassette attendono ancora d’essere segnalate, ed il termine ‘‘the Italian Way of Heavy Metal’‘ è ormai entrato nel linguaggio comune delle band (vedi Rollerball Ep), delle fanzine e dei nostri lettori, certamente, un’ÉLITE qualificata, la crema dei pubblico H.M. italiano, al punto di permettersi di privilegiare nel proprio Rock Poll band ‘‘difficili’‘ come Manowar o Mercyful Fate rispetto al mostri sacri del genere, con le debite eccezioni dovute al miti autentici (Black Sabbath, Judas Priest… ).

Crediamo che ‘‘Italian Massacre’‘ abbia generato un importante fermento di attenzioni attorno alle H.M. band italiane, e poiché il pubblico si è reso protagonista di questo fenomeno (che ha ottenuto un indimenticabile sbocco ‘‘Iive’‘ nel Festival di Certaldo dello scorso anno), un criterio fondamentale di selezione per la compilation è stato il rispetto delle preferenze dei lettori (negli scorsi due anni…), dove motivi contrattuali non l’hanno escluso a priori (Vanadium e Venexa, of course).

Il risultato mi ha personalmente entusiasmato, e ritengo arduo a tutt’oggi operare una ‘‘sezione’‘ migliore del Metalrama italiano, poiché ‘‘Heavy Metal Eruption’‘ include davvero le nostre H.M. band più mitizzate dal pubblico competente, unitamente a nomi di più fresca fama, le cui potenzialità non mancheranno di stupirvi. Sono altrettanto convinto che altri vi avrebbero figurato valorosamente, ed a queste formazioni auguro una riscossa su altri terreni, poiché il fine comune, non scordiamolo, deve essere l’apertura di prospettive concrete per gli heavy rocker del nostro paese, finora costretti all’agonia, ai margini del mercato discografico.

Ma puntiamo finalmente i rostri contro il muro del suono…  sulla side HEAVY irrompono gli HALLOWEEN di Udine, un power trio le cui quotazioni sono vertiginosamente cresciute nell’83, parallelamente all’affermazione dei racconti di ‘‘Sword & Sorcery’‘ secondo i dettami dell’epico Manowar style. Una sezione ritmica demolitrice accompagna la scorreria dei ‘‘Vikings’‘ riesumati dalla leggenda, e la chitarra astrale esprime il lampeggiante assenso di Odino all’operazione!

Con le scudisciate sadiche di ‘‘Thundergods’‘ dei bolognesi CRYING STEEL, siamo dirottati su altri binari, privilegianti l’emozione selvaggia, ma pilotata con maestria stilistica dal pirotecnico solismo di Simon, stimolatore di climi torridi, e dai contorsionismi effettistici della voce di Luca, acuta priva di forzature. L’impatto è enorme, fatico ad immaginare dissensi a riguardo.

Poi i mortiferi DEATH SS, la cult-band per eccellenza dell’heavy sound peninsulare, originale quanto celebrati black metal act come Mercyful Fate e Warlord. ‘‘Black & Violet, sono i colori del TUO Funerale…’‘ canta l’ineffabile Sanctis Ghoram, e gli fa eco un lamentoso, lugubre chorus chitarristico. Quale demone suggerisce mai a Paul Chain intuizioni così genialmente macabre? Rabbrividisco realizzando che il giorno in cui scrivo è venerdì 17…

Il violento ritorno alla realtà è rappresentate dall’agguerrito headbanging della STRANA OFFICINA, non poteva mancare in ‘‘H.M. Eruption’‘ un tentativo di connubio fra rock duro e canto in lingua italiana: certamente Il quintetto toscano è riuscito meglio di chiunque altro nella difficile impresa, e la loro ‘‘Non sei Normale’‘ porta sugli scudi un impatto impeccabile, la potente voce di Bud ed un arroventato, emozionante finale chitarristico.

Chiudono la facciata i fiorentini ROLLERBALL, con una superba versione dei loro classico catastrofico, ‘‘Wild Town’‘…  Avvisaglie di cori d’ispirazione gregoriana si intuiscono dietro la cortina dei riff, Il clima è carico di pathos ed il cantante Maxx Bell offre un’interpretazione originalissima, non riconducibile a modelli egemoni.

L’apertura della side METAL (non si tratta di una suddivisione stilistica, semplicemente si è inteso evitare sensazioni di priorità fra le due facciate) è affidata agli idoli nazionali dell’hardcore H.M., i triestini STEEL CROWN. L’assalto di ‘‘Prisoners in the Box’‘, trascinato dal dinamicissimo drumming-superstar di Silver Kid, è come sempre senza tregua, ma i guerrieri dell’Est non sacrificano all’emozione un impianto heavy rigoroso e dalle intelligenti scelte melodiche (ascoltate la fuga classicheggiante della chitarra di Lewis).

Seguono gli ELEKTRADRIVE di Torino, ancora poco noti al pubblico ma incontestabilmente fra le formazioni più sofisticate d’Italia (e oltre). Dopo l’H.M. futuribile del singolo ‘‘Let It Survive’‘ (Smoko Records) si ripresentano con una mirabile performance ispirata all’heroic-fantasy: ‘‘The Lord of the Ring’‘ eguaglia i Magnum di ‘‘Chase the Dragon’‘, con le suggestive tastiere di Snake e la voce perfettamente intonata di Elliott.

In tema di voci esteticamente pregevoli, ecco un ennesimo saggio delle qualità di Hell Throat e dei suoi warrior-rocker ‘‘corazzati’‘, i REVENGE. ‘‘Angels in Leather’‘ conferma la miglior vena dei pesaresi, heavy potente ma chic, con indelebili armonie vocali e raffinate policromie del guatar hero Red Crotalo, il tutto applicato su un mid-tempo bulldozer! Ulteriori sintomi di una qualità compositiva di primo piano ci giungono da SHINING BLADE, autentica Stella del Sud nella geografia H.M. italiana. Il combo di Bari spazia come nessun altro in melodie ad ampio respiro, e la sua ‘‘Freakish Footsteps’‘ coniuga la verve “acusticheggiante” di certo pop romantico ai ritmi dell’heavy rock, generando un ibrido di rara suggestione.

Infine RANSACKERS, esponenti dei ‘‘Coliseum Rock’‘ romano, che hanno sostituito in extremis sulla compilation i disinteressati Raff. Hanno stretto i tempi, i giovani della capitale, consegnandoci una ‘‘Death Line’‘ devota al british H.M., ma con passaggi strumentali (anticipanti il refrain vocale), che sottolineano la lettura personalizzata dai dogmi del ‘‘genere’‘.

Essendo implicato nel progetto di ‘‘H.M. Eruption’‘, ho inteso più ‘‘presentare’‘ il disco che recensirlo, ma pur soffocando i toni dell’emozione, permettetemi almeno di affermare che queste band sono competitive a livello Internazionale… A voi ora il compito di giudicare se il vulcano attivo dell’I.W.O.H.M. vomiti colate laviche ad alta temperatura: siete stati avvisati!

THE ITALIAN WAY OF HEAVY METAL, “Heavy Metal Eruption”   LP, Metal Eye  

 

Quanto letto sinora appartiene alla recensione/presentazione effettuata da Beppe Riva riguardo Heavy Metal Eruption così come apparsa originariamente all’interno delle colonne della rivista Rockerilla numero 43 del marzo 1984.

Imprescindibile l’importanza di questa compilation, per la prima volta disponibile in Cd digipak a doppie ante da quest’anno, all’interno delle quali vengono riportate pari pari le fotografie d’epoca, grazie ai servigi della label Jolly Roger Records. Corretti in questa edizione alcuni strafalcioni grafici “scappati” a suo tempo: l’errato Shyning Blade adesso appare come Shining Blade, Elektra Drive è ora un tutt’uno (Elektradrive) mentre permane lo “storicoYako de Bonis senza la “esse” finale.  

HM Eruption vide la luce verso la fine del 1983, rigorosamente in vinile a 33 giri, divenendo dopo soli pochi lustri oggetto di culto tanto che chi lo possiede molto difficilmente decide di privarsene, al di à della valutazione collezionistica assunto dallo stesso, per una questione di “cuore”. Secondo lo scrivente, infatti, nonostante un manipolo di altre band italiane vantasse già dei vinili a proprio nome in commercio e altre debuttarono proprio quell’anno, la raccolta incarna idealmente il momento dell’inizio ufficiale di tutto il movimento hard tricolore. Questo ancora oggi l’effetto perdurante di Heavy Metal Eruption, probabilmente la compilation nazionale per antonomasia, nata da un’idea del giornalista di Rockerilla Beppe Riva e che trovò la propria realizzazione fisica sotto l’egida dell’etichetta Metal Eye Records di Claudio Sorge. Dieci brani di band che diverranno, ognuna a proprio modo, tasselli fondamentali all’interno di quel magico mosaico che è la storia del Metallo Italiano, a certificare l’impressionante cifra di lungimiranza in possesso del curatore del progetto stesso. A eccezione dei romani Ransackers infatti, sostituti dell’ultima ora dei concittadini Raff, tutti gli altri gruppi avranno un ruolo di primissimo piano all’interno dell’Italian Way of Heavy Metal – e non solo – a “botte” di vinili sonanti, negli anni successivi. Tutte band che sino a quel momento “viaggiavano” solo su demo in musicassetta! Quarantatre minuti di musica non priva di difetti, a tratti acerba, nella quale accanto a spunti geniali convivono in perfetta simbiosi ingenuità di ogni ordine e grado, accomunati però da un gradiente di Acciaio e di fede davvero incommensurabile. 

Tornando al prodotto griffato Jolly Roger Records va rimarcato lo splendido lavoro di mastering effettuato sui suoni, onestamente di qualità tutt’altro che eccelsa nella loro veste primigenia, che invece all’interno di questa versione Cd godono di una seconda e probabilmente ultima possibilità: finalmente la dinamica la fa da padrona, senza per questo togliere un grammo di polvere e di sapore retrò all’intera operazione.     

La STORIA dell’HM italiano passa inevitabilmente fra questi FONDAMENTALI solchi, pleonastico aggiungere altro…  

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

 

HEAVY METAL ERUPTION JOLLY ROGER

 

 

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