Recensione: Heavy Rendez Vous Vol.III
Troppo spesso, da qualche anno a questa parte, le compilation in ambito Hard’n’Heavy lasciano l’amaro in bocca. I tempi delle varie, mitiche, Metal Massacre e Metal For Muthas sono ormai definitivamente archiviati, quando cioè una raccolta di brani permetteva a realtà molto interessanti di poter presenziare su un disco ufficiale, prerogativa che altrimenti le avrebbe relegate alla cantina. Incidere un album, qualche decennio fa, era infatti un’impresa non da poco, per via dei costi elevati. Spesso certi pezzi di alcune band esistevano solo all’interno di una compilation. Sembra di parlare di preistoria in momenti come quello attuale dove il download selvaggio è la regola e l’acquisto l’eccezione. Periodi nei quali il gusto della scoperta e dell’attesa è ormai al lumicino.
Tornando al leit motiv della recensione, in ambito nazionale come dimenticare le inossidabili Heavy Metal Eruption e Metallo Italia? Molto di più che un’insieme di brani: idealmente l’inizio di TUTTO.
Fondamentalmente una compilation dovrebbe significare promozione ed essere accuratamente stilata, per rifuggire da quelle obbrobriose accozzaglie di brani pubblicizzate negli Autogrill e su alcuni mailorder con gli smodati monicker di “Best of Metal”, “Heavy Metal Heroes” e chi più ne ha più ne metta, che quasi sempre costituiscono delle bufale clamorose.
Heavy Rendez Vous Vol. III è perlopiù – con molte doverose eccezioni – , la promozione su Cd dei gruppi appartenenti al roster della New LM Records di Luigi Mazzesi, uno dei “Grandi” dell’HM tricolore che non smette di credere in un sogno.
La qualità del materiale è molto variegata, si spazia dall’HM arioso dei Burnin’ Gaze fino ad arrivare alle sonorità a la System Of A Down dei What Eye See, attraverso quindici episodi musicali. Le uniche due tracce strumentali sono quelle proposte dai chitarristi Davide Dal Bo e Filippo Martin. I DangerLies pescano nell’Hair Metal mentre i Denied risultano a cavallo fra Helloween e Primal Fear. La traccia numero cinque, Abyss, dei Geminy, costituisce l’episodio più recitato del disco: si tratta di una semi ballad agrodolce intrigante e adulta. I Kerosene, come da attese, sfoderano un suono alternativo e il duo Motus Tenebrae/Nefesh ammorba con il proprio metal tenebroso e ipnotico. Se gli Overtures spaziano in territori Power, S.R.L. impressiona favorevolmente per il proprio black metal venato di speed’n’thrash in lingua italiana.
Da sottolineare la presenza, all’interno del disco, di tre brani di band e/o personaggi già sufficientemente affermati: Perfect Love dei Synthesis – freschi autori di A Wider Space, prossimamente recensito su queste pagine – , colpisce per impatto e songwriting, a cavallo fra l’HM classico e aperture melodiche di stampo Usa. Eyes of the Wolf dei bolognesi Tarchon Fist di Lucio Tattini costituisce uno dei cavalli di battaglia del Loro superbo album omonimo, quindi non abbisogna di ulteriori approfondimenti mentre G(a)in Floor dei P.C. Traslate di Paolo Catena, come ci si poteva aspettare, trasporta l’ascolto verso lidi lontani e impenetrabili, degni del glorioso passato del Nostro.
Heavy Rendez Vous Vol. III rappresenta uno spaccato di quello che si sta muovendo in Italia e possiede un carattere sufficientemente interregionale. Solo supportando la scena interna si può tentare di dare una chance a qualche gruppo nostro connazionale. A volte può soltanto servire accostarsi a una compilation come questa e far girare la voce per poter dar linfa a qualche scheggia impazzita che naviga nell’underground.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
1. Burnin’ Gaze – What In God’s Name
2. Davide Dal Bo – In In Out
3. DangerLies – Rock ‘till You Can
4. Denied – Ride To The Land Of The Machine Guns
5. Geminy – Abyss
6. Kerosene – Frustrations
7. Filippo Martin – Happy Hour
8. Motus Tenebrae – Soul Expression
9. Nefesh – Keriot’s Cry
10. Overtures – Here We Fall
11. P.C. Translate – G(a)in Floor
12. S.R.L. – La Sentenza
13. Synthesis – Perfect Love
14. Tarchon Fist – Eyes Of Wolf
15. What Eye See – Automa