Recensione: Heavy Rock Radio
Giudicare un album di cover è sempre complicato. L’esperienza ci dice che la prima impressione spesso è favorevole, perché canzoni già conosciute emozionano con facilità, ma non bisogna sottovalutare il rischio che un artista – per quanto conosciuto, capace e apprezzato – possa rovinare la magia di brani che hanno fatto la storia della musica. E non sarebbe la prima volta.
Jorn non è nuovo a questo tipo di esperienza, ed è forse per questo che ha fissato bene il suo obiettivo: rispettare il brano originale e “appesantirlo” il giusto per non tradire il suo pubblico. Fine. Sarà anche facile a dirsi, ma di sicuro il mondo è pieno di fenomeni che – di fronte a una cover – si sentono superiori e in diritto di stravolgerla per adattarla alla propria personalità. In “Heavy Rock Radio” fortunatamente questo non succede: lo spirito dei brani originali, che spesso è molto lontano dallo stile classico del rocker norvegese, rimane comunque intatto; è Jorn ad adeguarsi ai brani che interpreta, non il contrario. Per questo motivo anche i brani più lontani dalla tradizione heavy sono comunque godibili: mai avremmo pensato di ascoltare il manifesto dell’AOR (“Don’t Stop Believin’” dei Journey) per bocca di Jorn, eppure l’interpretazione resta piacevole proprio perché non esasperata e sorretta dalla tipica estensione vocale “da brividi” cui siamo abituati ormai da decenni (e che migliora col tempo).
Più o meno questo vale per tutto l’album (solo “Hotel California” sembra un po’ troppo distante dai canoni originali), il cui filo conduttore è proprio quello della radio: i brani sono volutamente commerciali e facili da ascoltare, devono fungere da sottofondo musicale non impegnativo come fossero, appunto, parte di un programma radiofonico che ci accompagna in un viaggio in macchina. Nella scaletta passano classici come “Running Up That Hill” di Kate Bush e “Hotel California”, ascoltiamo volentieri “Live to Win” di Paul Stanley e una trascinante “I Know There’s Something Going On”, ma senza dimenticare “The Final Frontier” dei Maiden e l’immortale “Killer Queen”. Piccola nota di poco valore: così come va bene l’audio, va male il video; sono usciti tre o quattro clip finora, ma sembra sempre lo stesso girato in diverse location, per nulla emozionante o coinvolgente. Un suggerimento per le prossime volte: meglio pochi ma buoni.
Alla fine, come ogni album di cover non verrà ricordato negli annali del rock, ma “Heavy Rock Radio” è pur sempre un’operazione interessante: mancano pochi mesi (inizio 2017) al prossimo album di inediti, e Jorn ci vuole “traghettare” dolcemente verso l’anno nuovo ricordandoci che le sue ispirazioni musicali alla fine sono anche le nostre. E ci riesce alla grande.