Recensione: Heavyland

Di Claudio Casero - 16 Febbraio 2006 - 0:00
Heavyland
Band: Denied
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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73

I messinesi Denied, band composta da Stefano Bottari (voce), Christian Bicchieri (chitarra), Farncesco Pirrane (chitarra), Giuseppe Regi (basso) e Sciacca (batteria) ci propongono questo “Heavyland”, un demo di heavy metal classico  con alcune sfumature di power old style di buona fattura che presenta alcune idee sicuramente valide che rappresentano un buon punto di partenza per una band giovane.

“The waste remains and kills” pone l’attenzione sui suoni di chitarra che sono senza dubbio la cosa più importante all’interno del brano. Riff potenti ma al tempo stesso decisamente melodici vengono accompagnati da un ritmo di batteria semplice ma al tempo stesso incalzante con colpi di bacchetta potenti alternati a momenti più delicati. La voce di Stefano risulta essere sempre all’altezza della situazione nonostante si noti in alcuni frangenti la sua giovane età mentre i cori sono ben strutturati ed interessanti in tutte le loro parti.
Dopo un breve virtuosismo di basso, inizia  “Quest for deliverance” che non convince come il precedente brano; nonostante il sound sia molto simile al precedente, la canzone in questione ha qualcosa che non va; non che sia brutta, ma manca di tiro e di convinzione. Ritmi potenti e cadenzati diventano così momenti noiosi fini a se stessi e la voce sembra quasi rincorrere gli altri strumenti esprimendo decisamente poca energia.
Il miglior brano di tutto il demo è sicuramente “Ride to the land of the machine guns”, canzone in cui i Denied riescono a dare del loro meglio riuscendo a far esplodere gli strumenti con un’energia che ha quasi dell’incredibile. Momenti tranquilli e melodici lasciano presto spazio a parti cariche di ritmo e molto coinvolgenti e di sicuro impatto anche in sede live. In questo caso anche Stefano riesce a dare il meglio di sé sprigionando quel pathos nella voce che riesce a trasmettere emozioni all’ascoltatore. Sono chiari i riferimenti a gruppi come Judas Priest per quanto riguarda la parte musicale mentre la linea vocale segue i cliché del power old style sulle orme dei Gamma Ray.

Questo “Heavyland” è quindi un buon lavoro che lascia presagire ad un futuro roseo per i Denied che hanno le carte in regola per poter fare qualcosa in futuro. La giovane età dei componenti della band fa in modo di poter tralasciare alcune leggerezze dal punto di vista musicale caratterizzate da certe ovvietà che sarebbe meglio evitare. Il sound dei Denied non brilla di certo per originalità o per personalità ma risulta quasi sempre piacevole e accattivante facendo così passare in secondo piano questo difetto.
Ci troviamo davanti ad un lavoro abbastanza controverso: da un lato infatti risulta essere abbastanza acerbo e ciò porta a creare luoghi comuni in ambito musicale poco graditi; dall’altro lato questo essere acerbi rappresenta la bellezza del sound della band che riesce ad affascinare l’ascoltatore già dopo un primo ascolto.

TRACKLIST:
1. Agony
2. The waste remains and kills
3. Quest for deliverance
4. Ride to the land of the machine guns

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