Recensione: Hednaland
Dopo due dischi seminali come Urkraft e Valdr Galga ormai tutti, bene o male, conoscono quale sia il peso del monicker Thyrfing e che significato abbia questa band svedese all’interno della scena. Quello che forse non è così noto sono le origini di chi ha scritto pagine indelebili e fondamentali della storia del viking, divenendo punto di riferimento per tutta la parte più melodica del panorama.
Questo Hedanaland è la raccolta, uscita nel 1999 ad opera della Hammerheart, dei due demo della band, ovvero Solen Svartnar del 1995 e Hednaland del 1996.
Hednaland – Ottobre 1996 (entra in formazione il cantante Thomas Väänänen)
Si inizia con Intro, un minuto di cadenzato preludio che muore nel rumore delle onde che si schiantano sui fiordi scandinavi, stesso sciabordio da cui prende forma la title track. Un arpeggio di pochi secondi detona improvvisamente in una condotta aggressiva che in breve finisce col mutare in un riff più lento ed epico in un marcato tempo di marcia. Un frangente che ricorda molto alcune cose degli Einherjer delle produzioni addietro. Tra le intrusioni sempre azzeccate di flauto e tastiere, fino allo stacco di piano, si sviluppa per poco più di tre minuti in maniera davvero molto gradevole. La successiva Vargavinter ha una struttura che ripercorre molto i sentieri già battuti dall’opener. La partenza spedita e frenetica si placa per lasciare spazio ad un segmento più melodico e a tempi meno vertiginosi, salvo per poi alternare ancora le parti violente a quelle più pacate. När Slaget Ar Vunnet nasce dai tuoni e dallo scricchiolio di una grande porta di legno per poi evolversi in una breve e piacevole ballata strumentale in cui chitarra acustica, tastiere e flauto si intrecciano e si sviluppano mostrando tutto il lato più folk e melodico dei Thyrfing di allora. Oltre ai soliti elementi folkloristici la canzone presenta anche qualche orchestrazione che ne arricchisce in bella maniera la struttura. Vi Gingo Ut I Strid parte con un giro di basso seguito e accompagnato dalla batteria. Pochi secondi e la chitarra fa il proprio ingresso accompagnata dal flauto. Il pezzo procede lineare senza colpi di scena fino alla decelerata finale. I ritmi sono più blandi rispetto ai pezzi precedenti e, anche se presenti, i cambi di velocità non sono così drastici e profondi. Färd Mot Thrudvang, epilogo di questo Hednaland, si presenta subito più ispirata e vivace della precedente. Le ritmiche e l’ossatura sono più folk, il flauto esegue le parti soliste accompagnato da buoni, anche se semplici, riff ritmici. Anche qui l’orecchio potrebbe notare una certa inclinazione della band verso alcuni artifizi degli Einherjer dei bei tempi che furono.
Solen Svartnar – Dicembre 1995 (le parti vocali sono ancora affidate al batterista Jocke)
Sole Svartnar, Part I si apre abbastanza lenta, con una scarna batteria a sostenere la voce e una tastiera presente in maniera massiccia, tanto che spesso finisce col fagocitare le linee vocali. Il riff su cui si basa la canzone è sempre lo stesso, eccezion fatta solo per i due frangenti in cui il pezzo rallenta. Notevole passo avanti rispetto al primo episodio è Sole Svartnar, Part II che in questo demo del 1995 è il pezzo che più somiglia al futuro dei Thyrfing. Nonostante una voce ancora una volta in secondo piano, le parti strumentali nascono da una buona ispirazione. Slaget invece abbandona completamente le coordinate stilistiche del precedente brano a favore di canoni black/death. L’impatto oscuro delle tastiere che procedono lente e drammatiche accompagnate da un tempo mai troppo sostenuto rendono le atmosfere più tetre e lugubri. Piccola nota “storica”: qui i Thyrfing, anche se per un secondo soltanto, fanno per la prima volta ricorso alla voce pulita. …Ty Mörkret Skall Falla, che supera a stento i due minuti, è fatta di una proposta musicale molto simile a Slaget. Anche se per un paio di volte possiamo avvertire timidi interventi più orientati verso il viking e il folk, le situazioni restano fosche e buie come in nella traccia precedente. In Solen Svartnar la band strizza a volte ancora l’occhio ad un certo tipo di death scandinavo ed è orientata verso radici più black che propiamente viking. Il cantato è uno screaming piuttosto violento, troppo poco duttile ed espressivo in un genere dove queste sono peculiarità richieste. In Hednaland la situazione migliora e non di poco. Innanzitutto l’ingresso in formazione di Thomas Väänänen dona alle linee vocali il salto di qualità. Cominciano ad emergere diverse caratteristiche peculiari del suond Thyrfing, come le contaminazioni folk a base di tastiere e flauti, che si manifestano in maniera forte fin da ora.
Nonostante tante buone idee e capacità a livello di composizione non certo celate, Hednaland è però ancora ovviamente immaturo se paragonato a quei capolavori del genere che lo hanno seguito negli anni a venire. Infine oltre a un tipo di songwriting a volte limitato dagli schemi troppo fissi e alla durata delle canzoni sempre esigua; quello che manca veramente sono gli assoli, i cori e quei tratti di voce pulita che sono stilemi tipici dei Thyrfing che conosciamo. Questo è ovviamente soltanto per fare un paragone con gli anni della “maturità”. Sono critiche fatte con il senno di poi, un margine di anni di vantaggio e la conoscenza delle produzioni future. Mettendosi nell’ottica del tempo, senza dimenticarsi che questi sono e restano i due demo della band, non si può che rimanere entusiasti di quanto già, specialmente in Hednaland, i Thyrfing promettevano di poter fare. Anche se parte del materiale qui contenuto lo si può ritrovare nei successivi lavori della band, è chiaro che questa raccolta è una testimonianza importante delle origini di un gruppo che, nonostante la sua giovane età, incarna in se stesso tutta la grinta e la passione che qualche anno prima guidò i primi passi di maestri del genere come Amon Amarth, Mithotyn e Einherjer. La scarsa reperibilità, unita al valore storico, rende questa raccolta un ghiotto boccone per qualsiasi amante del viking e non soltanto per chi ha fatto un culto di questi guerrieri del nord.
Giunto a questo punto non resta che dare un voto… ma cos’è Hednaland? E come giudicarlo? Come detto in precedenza, giudicare un demo col senno di poi non ha senso, tantopiù che qui i demo sono due. Nemmeno credo abbia utilità mettere questo lavoro in relazione dal punto di vista numerico con ciò che è venuto dopo. Questa è una raccolta priva di selezione in quanto riporta il materiale nella sua completezza, così come era stato concepito, senza voler essere un prodotto curato. Per di più si tratta di un pezzo fuori stampa da tempo. Mi limito quindi a fare una sorta di media tra tutte queste voci, ma vi consiglio di non badare più di tanto al voto che potrebbe trarre in inganno, in un modo o nell’altro…
Tracklist:
01. Intro
02. Hednaland
03. Vargavinter
04. När Slaget Ar Vunnet
05. Vi Gingo Ut I Strid
06. Färd Mot Thrudvang
07. Solen Svartnar, Part I
08. Solen Svartnar, Part II
09. Slaget
10. …Ty Mörkret Skall Falla