Recensione: Heirs To Thievery

Di Michele Carli - 16 Maggio 2010 - 0:00
Heirs To Thievery
Band: Misery Index
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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85

L’impegno che l’uomo mette nel fare buchi sul fondo della barca che lo tiene a galla è, da sempre, una delle cose che meno sono riuscito a comprendere nella mia vita. Si prende, si ruba, si desertifica, si nuclearizza, si fucila, si schiavizza, si rende radioattivo un po’ tutto quello che ci pare, purché ci porti in saccoccia un po’ di soldini, e poi via, felici verso il prossimo traguardo. Assieme alla pizza, il nostro forte è l’autodistruzione, bisogna ammetterlo, e Jason Netherton è sempre ben felice di ricordarcelo. Lo fa da tanto tempo, prima con quei capolavori chiamati Killing On Adrenaline e Destroy The Opposition, ai tempi della sua militanza nei Dying Fetus, e poi con la sua creatura vera e propria, i Misery Index.
Da un po’ di tempo a questa parte, ritengo i Misery Index il mio archetipo di gruppo deathgrind moderno. Più precisamente, hanno raggiunto questo status nella mia personale classifica dopo l’uscita di Traitors, due anni fa, che ha consacrato definitivamente il loro modo di intendere e suonare questo tipo di musica. Il disco della maturità, dove sono riusciti a far combaciare in modo clamorosamente efficace tecnica, velocità, varietà compositiva, groove, testi e sonore, dolorose mazzate. Questo nuovo Heirs to Thievery ha quindi l’onore e l’onere di trovarsi a fronteggiare il successo passato, sperando di non deludere le aspettative. Fortunatamente, ci è andata bene.

Traitors, come accennato prima, era riuscito a far quadrare numerosi punti di forza risultando un disco variegato e catchy, forte di canzoni facilmente memorizzabili anche se dure come il granito. Heirs to Thievery è invece più compatto, brutale e aggressivo, e da il suo meglio nell’insieme piuttosto che nel valorizzare alcune tracce rispetto ad altre (come era successo alla title track dello scorso album, oppure a Conquistadores su Discordia). Meno hits, ma anche meno riempitivi, con una qualità media delle tracce veramente elevata.
La formula di base è sempre la stessa, derivata dall’unione della complessità di riffs e strutture tipiche del death metal con la velocità estrema e l’impatto del grindcore. Ogni traccia ha comunque la sua particolarità che permette di differenziarla dalle altre, come ad esempio la forte impronta thrash metal dell’opener Embracing Extinction, oppure l’assolo melodico della seguente, velocissima Fed To The Wolves, ben evidenziato dalla differenza con la devastazione che lo precede. Nell’ultima Day of the Dead ci sono anche reminiscenze degli ultimissimi Nasum di Shift, soprattutto per quanto riguarda la linea melodica sotterrata nelle distorsioni e nei blast beats. Una meticolosa attenzione nel songwriting che ancora una volta si conferma come il loro principale punto di forza, nonché di differenza rispetto alla massa. Heirs to Thievery è Misery Index al 100%, si riconosce subito, e non sono tanti i gruppi che riescono a dare un’impronta così personale a un genere di questo tipo, al giorno d’oggi.

A livello di suoni, Steve Wright mi ha fatto un po’ rimpiangere il buon Kurt Ballou dietro la consolle, che sul precedente album aveva fatto faville. I trigger delle casse sono troppo asettici e Adam Jarvis, dall’alto della sua bravura dietro alle pelli, non ha di certo bisogno di tutta questa pulizia per dimostrare quanti danni può fare con piedi e bacchette, senza contare il suono delle chitarre, prima molto più coeso agli altri strumenti nonostante fosse più fuzzoso. Niente di grave, sia chiaro, ma se avessero pensato il classico “squadra che vince non si cambia” al momento della registrazione, l’album avrebbe avuto un bel valore aggiunto.

Ad ogni modo, Heirs To Thievery è un disco che va preso. Una delle punte estreme del 2010, per quanto mi riguarda, oltre che l’ennesima conferma delle potenzialità dei Misery Index. Un ferro rovente sui testicoli dello Zio Sam e delle lobby speculative che girerà nel vostro stereo per molto, molto tempo.

Michele “Panzerfaust” Carli


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Tracklist:
1.  Embracing Extinction
2.  Fed To The Wolves
3.  The Carrion Call
4.  Heirs To Thievery
5.  The Spectator
6.  The Illuminaught
7.  The Seventh Cavalry
8.  Plague Of Objects
9.  You Lose
10.  Sleeping Giants
11.  Day Of The Dead
 

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