Recensione: Hell III

Di federico venditti - 8 Giugno 2019 - 16:40
Hell III
Band: Helligators
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2019
Nazione:
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78

Gli Helligators non sono solo un nome consolidato nella scena romana con i loro concerti infuocati, ma anche a livello nazionale sono riusciti a conquistarsi un loro posto al sole, grazie alla loro formula di adrenalinico rock and roll venato di metal pesante e rozzo. Nonostante il loro ultimo capitolo in studio (Road Roller Machine) sia uscito quattro anni fa, la band capitolina non ha perso tempo ed anzi, tra un mini Ep, in cui hanno testato il nuovo cantante Simone (subentrato al posto di Hellvis) e Pinna al basso e molti live, il tempo è letteralmente volato via.

Quando si cambia cantante molti fan rimangono spiazzati, ma non è questo il caso dal momento che Simone si è subito ambientato bene, con il suo timbro maschio e fiero che riporta subito alla mente un mix tra lo Zakk Wylde più cavernicolo e il Vedder più delicato nella parti pulite. Si parte subito con il pedale del gas a tavoletta nella tritaossa Rebellion, un pugno nello stomaco che vi lascerà accasciati per terra senza respiro. La sezione ritmica è affiatata e le due chitarre, formate dalla rodata coppia Mik-Kamo, creano un vero muro del suono che scuoterà violentemente le fondamenta del vostro palazzo.

Gli Helligators però in questo nuovo Hell III non pestano soltanto come dannati, ma cercano anche delle nuove strade, come nella lenta e melodica Where I Belong dove la band prova un’escursione verso territori a sud del Delta, con accenti southern rock che richiamano nomi storici come i Lynyrd Skynyrd. Personalmente la doppietta formata dalle due parti di Confession è la mia preferita dell’intero disco, dove il gruppo si cimenta sia in parti più serrate, ma anche in mid tempo che sono sicuro in sede live non faranno prigionieri. In Until I Feel No More si sentono distintamente gli echi dei Metallica di metà anni 90nta, mentre nella successiva strumentale Bassthard Session III gli Helligators si lasciano andare in una lunga jam dai toni vagamente soffusi dove spicca il lavoro di basso del ciclopico Pinna, insieme al bel solo pulito del guest Gianni Colaiacono, ex Banco Del Mutuo Soccorso.

Tirando le somme, un lavoro maturo e completo che fa fare un ulteriore passo in avanti nella crescita inarrestabile degli Helligators. Hell III è un disco duro e potente che però non disdegna improvvise virate verso un metal melodico dagli accenti meno scuri, rispetto al disco precedente. Un album da non farsi assolutamente sfuggire!

 

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