Recensione: Hell Unleashed
“ha portato sulle spalle l’intero revival del genere”, così scriveva Kerrang molti anni fa a proposito della Thrash metal band inglese Evile.
Il commento della nota rivista può essere sembrato esagerato … o forse no. Sta di fatto che gli Evile sono stati tra coloro che, a circa metà della prima decade di questo secolo, hanno dimostrato che il Thrash Metal non era solo un genere radicato nei vecchi leoni.
Difatti, anche se già da qualche anno questi avevano ricominciato a ruggire, il movimento veniva arricchito da una generazione di giovani band e gli Evile erano lì a rappresentarle con il loro ‘battere e percuotere’ vecchio stampo, suonato senza pretese di originalità, ma onestamente.
Da ‘Enter The Grave’, primo album del 2007, al quarto Full-Length, ‘Skull’ del 2013, la vena artistica del combo è stata questa, a dispetto del trascorre del tempo e della tendenza evolutiva di ‘pescare’ da altri generi.
Siamo nel 2021 e sono passati quasi otto anni dalla sopra citata ultima fatica.
Gli Evile ritornano con un nuovo album e con un nuovo chitarrista: Adam Smith dei Riptide in sostituzione del fondatore Matt Drake (in realtà già sostituito nel 2014 da Piers Donno- Fullers).
Per il resto sono sempre loro: i musicisti che si sono assestati dopo la tragica ed improvvisa morte di Mike Alexander, causata da un’embolia polmonare durante un Tour nel 2009: OL Drake, chitarra ed ora voce, Joel Graham, basso e Ben Carter dietro le pelli.
Il nuovo platter, disponibile dal 30 aprile 2021 tramite Napalm Records, si chiama ‘Hell Unleashed’ e, ancora una volta, non presenta alcuna novità.
La strada percorsa dagli Evile è sempre quella, bella dritta senza il pericolo di incontrare ostacoli dopo una curva.
Certo, il percorso è in salita: si sente una maturazione compositiva ed anche tecnica, con tanti bei passaggi e soluzioni incisive e coinvolgenti. I nostri non stanno ad oziare però non spostano il tiro di un grado rispetto a quello che ci hanno abituato, un po’ un cercare di vincere facile, verrebbe da pensare.
O forse è più giusto dire che Thrashers sono e Thrashers rimangono: onesti e genuini, senza compromessi di sorta, ribelli ed incazzati fin dentro le ossa.
‘Hell Unleashed’ è una sfuriata cieca che non da scampo, composta da nove siluri terra-aria sparati ad alzo zero dalla prima traccia, ‘Paralysed’, fino alla Title-Track che chiude il lavoro.
Il sound è iperaggressivo e ribelle, anche quando la velocità smodata è sostituita da tempi più cadenzati. Le pause sono infinitesimali, giusto l’arpeggio che introduce l’infuriata ‘Incarcerated’, la pesante andatura iniziale di ‘Zombie Apocalypse’ o l’assolo malinconico di ‘Control From Above’, oltre a qualcos’altro qua è là, giusto per tirare un minimo di fiato.
Il lavoro ritmico costruisce un muro incrollabile, con chitarre taglienti (in particolare nella già citata ‘Paralysed’) e serrate, un basso corposo ed un gran lavoro di batteria che spacca i crani, mentre quello della chitarra solista evidenzia la melodia posta all’interno di spartiti il cui scopo è colpire, colpire ed ancora colpire; anche la voce di OL Drake ha il suo perché, ben incastonata negli Evile versione 2020.
In un’unica parola ‘Hell Unleashed’ è un mazzata, con brani veloci e abrasivi, come ‘Gore’ (con le urla del comico Brian Posehn, il geologo della serie ‘The Big Bang Theory’, per citare uno tra i suoi tanti personaggi) e ‘Disorder’, tra i quali ne emergono alcuni ancora più veloci, su tutti ‘The Thing (1982)’, un vero tornado.
Non importa quanto siano marcate le influenze Old School, in particolare quelle di Metallica e Slayer che sono, in alcuni casi, quasi imbarazzanti. Gli Evile sono così, prendere o lasciare.
Io ho deciso di prendere: in poco più di quaranta minuti di vera ferocia l’album scorre e si lascia ascoltare senza fatica. Va bene così … bentornati Evile!
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