Recensione: Hellblasting revenge

Di Claudio Casero - 9 Aprile 2007 - 0:00

Cosa succede quando quattro band che suonano metal decidono di incidere un split? Il risultato è questo “Hellblasting revenge”, prodotto dall’austriaca Ashen Productions.
I quattro gruppi in questione sono gli Hell in a Cell, gli Hatework, i Vexed e gli Alea Jacta, band che suonano generi diversi tra di loro ma che sono accomunati dall’amore per la musica.

Si parte con gli Hell in a Cell, band formata da Monarch (chitarra), Godless (voce), Fabio (batteria) e Ares (basso). I nostri suonano un death metal cupo e violento che fa dell’oscurità il suo punto di forza.
Brani come “Hypocrisy” e “Dragons eyes” ci fanno venire in mente i Deicide meno veloci con una spruzzata di Gorefest, pur mantenendo una buona dose di personalità. Riff potenti e lenti si alternano a parti maggiormente ritmate ed incisive. La voce di Godless riesce a convincere in ogni sua parte senza mai essere esasperata o troppo “gorgogliante”.
“Martyrs of god” ci porta invece verso un brutal death senza compromessi che, a tratti, rasenta il grind; una batteria “al frullatore” accompagna riff di chitarra acuti e stridenti che puntano tutto sull’energia che riescono a sprigionare.

Cambiamo completamente genere musicale con gli Hatework composti da Fab (voce), Marco (chitarra), Max (basso) e Lo (batteria). La band lombarda ci delizia con un hard core di chiaro stampo americano vecchio stile.
Ci si inizia a scatenare sulle note di “No authority”, che ci dà un assaggio di quello che ci aspetta ossia cattiveria allo stato puro; il brano in questione mi ricorda da vicino il sound degli S.O.D. dei bei tempi andati con l’aggiunta di qualche passaggio abbastanza complesso e di tutto riguardo.
D.R.I. è invece la parola d’ordine che deve essere detta ascoltando brani come “Dirty noise”, “The problem” e “It’s war”; tre canzoni dirette veloci che sprizzano energia da tutti i pori che farebbero venir voglia di pogare anche al metallaro più tranquillo.
Unico difetto degli Hatework è il fatto che i brani sono tutti simili uno all’altro, difetto che comunque è semplice trovare in quasi tutte le band che suonano hard core e quindi, tutto sommato, abbastanza insignificante.

I varesini Vexed invece ci delizia con un thrash-death potente e personale. La band formata da Mik (voce), Rob (chitarra), Claud (chiatarra), Winx (basso) e Moreno (baterria) ha già numerosi lavori alle spalle e ciò si vede.
Apre le danze “Italian aggressive attack”, brano composto in onore della nostra nazionale campione del mondo; si tratta di thrash metal con sonorità tipicamente europee che ricordano senza ombra di dubbio quelle dei teutonici Kreator, sia dal punto di vista strumentistico che per quel che concerne la voce di Mik che, in alcuni frangenti assomiglia molto a quella di Petrozza.
Le seguenti “Element’s of anger” e “Necrogenesis” sono due vere e proprie mazzate che ci arrivano dirette alle orecchie sfondandoci i timpani; riff al fulmicotone accompagnano una sezione ritmica lineare ma al tempo stesso potente e violenta.
Con “Nightmare holocaust” ci spostiamo invece verso suoni statunitensi che fanno venire in mente gli Slayer di “Hell awaits” soprattutto per quanto concerne le chitarre che riescono a produrre riff strazianti senza mai essere fastidiose.

Ultima band presente sul cd sono gli Alea Jacta, composti da Michele (voce), Roberto (chitarra), Paolo (chiatarra), Vincenzo (basso) e Moreno (batteria).
Il quintetto ci propone un death metal melodico che unisce sonorità metal classico con un growl death metal. Il risultato è “Dismay”, un ottimo brano che, grazie alla sua discreta originalità riesce a convincere già da un primo sommario ascolto.
“Hope demised” e “Oblivion” ci fa vedere quello che può succedere se i Running Wild si unissero con i Death; il sound che ne viene fuori è molto particolare e piacevole dal momento che gli Alea Jacta riesco a far convivere potenza e melodia in maniera pressoché ineccepibile. Riff di chitarra carichi di energia affiancano una voce carica di effetti e “marcia” al punto giusto che riesce ad trasmettere una sensazione di piacevole disagio.

Questo “Hellblasting revenge” è quindi l’ennesima ottima dimostrazione che nel nostro paese esistono gruppi veramente degni di nota che non sono ancora riusciti ad ottenere quello che meriterebbero dal music business. Consigliato a tutti gli amanti del death e del thrash.

TRACKLIST:
1. HELL IN A CELL – Hypocrisy
2. HELL IN A CELL – Martyr of god
3. HELL IN A CELL – Dragons eyes
4. HELL IN A CELL – Hell in a cell
5. HATEWORK – No authority
6. HATEWORK – Dirty noise
7. HATEWORK – The problem
8. HATEWORK – It’s war
9. HATEWORK – Hellbound
10. HATEWORK – Under the cherry tree
11. HATEWORK – Tequila B.A.
12. VEXED – Italian aggressive attack
13. VEXED – Elements of anger
14. VEXED – Necrogenesis
15. VEXED – Warblast
16. VEXED – Nightmare holocaust
17. ALEA JACTA – Introversion
18. ALEA JACTA – Dismay
19. ALEA JACTA – Hope demised
20. ALEA JACTA – Oblivion

Contatti:
Hell in a Cell : www.hellinacell.net
Hatework : www.hatework.it
Vexed : www.vexed-web.tk
Alea Jacta : info@angermusic.it

 

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