Recensione: Hellstorm

Di Krevads - 19 Maggio 2004 - 0:00
Hellstorm
Band: Besatt
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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79

I Besatt (parola che significa “posseduto” in norvegese) sono una band appartenente alla fertile scena underground polacca: la loro formazione risale al 1991, ed hanno all’attivo, dal 1996 al 2004, 4 full lenght piu’ alcune altre releases tra demo, mini e split. Questo per presentare una  band che pur non essendo mai uscita dall’underground vanta una carriera di tutto rispetto. Il disco di cui sto per parlarvi e’ il loro terzo full lenght, della cui line-up fanno parte Creon alla chitarra, Fulmineus alla voce e alla batteria e Beldaroth al basso.
E’ bene precisare subito con che cosa abbiamo a che fare: un disco di black metal satanico assolutamente tradizionale. Come si puo’ intuire anche dalla line-up, nella musica di questo trio non trovano posto innovazioni o sperimentazioni, ma solo tradizione e una buona dose di personalita’, unite ad una rodata familiarita’ con il genere proposto.

Gli elementi piu’ personali sono introdotti in particolare da Fulmineus: le canzoni composte completamente o in parte da lui hanno sempre una venatura vagamente thrash e degli ottimi refrain martellanti; inoltre il suo drumming pur essendo estremamente semplice risulta abbastanza vario e non annoia mai. Una nota di merito va alla sua voce, uno screaming classico ma davvero convincente, furioso e corposo, aiutato solo da un leggero eco. L’album si apre con il suono di un temporale (lo “storm” di cui parla il titolo), che ci accompagnera’ fino alla fine del disco, tra una canzone e l’altra. Dopo questa breve intro parte la prima canzone, “Baphomet”, a mio avviso tra le migliori del lotto: a fare da padrona qua e’ la voce, che macina una strofa dopo l’altra sprigionando una furia davvero impressionante. Il riffing non e’ certo innovativo, ma e’ sicuramente ispirato e convincente: trasuda odio e passione da ogni nota.
Segue “Funeral Winds”, una canzone discretamente varia con alcuni rallentamenti e accelerazioni, ma che non spicca particolarmente per bellezza o personalita’. “Ave Master Lucifer” invece e’ una delle canzoni piu’ interessanti e personali dell’album: contiene un ritornello ossessionante e di grande effetto, e alcuni mid tempos di chiara ispirazione thrash… non per niente e’ stata scritta interamente da Fulmineus.
La 4° traccia e’ la title-track ed ha un ritmo complessivamente piu’ calmo rispetto alle altre canzoni: i riff sono abbastanza rilassati, e la batteria procede con un classico sei-ottavi accompagnato qua e la’ da un moderato doppio pedale. Ma dove perde in furia guadagna in emotivita’, e i 6 minuti trascorrono piacevoli e coinvolgenti.
E’ il turno di “For Glory Of Satan”, che risveglia la furia momentaneamente assopitasi nella canzone precedente. Inizia con un classico blast-beat e procede a ritmi abbastanza sostenuti fino alla parte finale, dove rallenta per lasciare spazio ad un breve ritornello “fulmineusiano”.
E’ nello stesso stile anche la traccia seguente, “Gates Of Hell”: velocita’ sempre sostenuta, strofa e ritornello martellante. Niente di eccezionale ma comunque gradevole. Da notare gli strani arpeggi circa a meta’ canzone, che purtroppo a mio avviso non rendono molto.
“Created Of Lightning” ci riporta alle atmosfere della title-track: una canzone piu’ “calma” in termini di metronomo ma dalla grandissima tensione emotiva… questa traccia e’ probabilmente tra le migliori dell’album. Durante i 9 minuti della sua durata i componenti della band dimostrano che la loro competenza artistica non e’ limitata ai blast-beats e ai refrain devastanti: Creon intreccia arpeggi malati e lunghi riff intrisi di passione, la voce di Fulmineus riesce ad inserirsi perfettamente nel contesto con grida piu’ lunghe e straziate mentre la sua batteria tiene ancora un sei-ottavi tanto semplice quanto adatto.

L’ultima canzone e’ “Devil’s Eyes”, anch’essa dalla consistente durata di oltre 8 minuti. Qui troviamo la struttura piu’ varia di tutto l’album: si va dai blast beats iniziali fino a stop completi, passando per mid tempos e rallentamenti quasi doom. Troviamo riff veloci e taglienti, parti arpeggiate, e addirittura anche una tastiera che fornisce dei cori “oohh” sul finale. Questa ottima canzone e’ di nuovo prova della competenza artistica di questo trio. Infine e’ il temporale come sempre a chiudere la traccia e l’album intero, con un breve fade-out. La produzione, al contrario della maggior parte delle releases di questo genere, e’ piuttosto buona, ed e’ omogenea durante tutto il CD. Tutti gli strumenti, voce compresa, si distinguono bene l’uno dall’altro ed hanno un suono corposo e potente. Il booklet di questa release e’ davvero stringato, composto da 2 sole pagine con track-list, line-up, foto e contatti… i testi sono comunque reperibili sul loro sito ufficiale. A proposito di questi, ci sono un paio di cose da dire: la prima e’ un’osservazione prettamente linguistica, e mi sento in dovere di farla perche’ anche se siamo tutti abituati a non trovare dei capolavori di retorica nei testi della maggior parte dei gruppi, qui si barcolla davvero sul filo della decenza, sia per via di un inglese scritto davvero zoppicante, sia per via della pronuncia “originale” di Fulmineus. La seconda osservazione e’ a proposito dei temi, che riguardano il satanismo, l’anticristianesimo e poco piu’… se cercate profonde disquisizioni filosofiche, rivolgetevi altrove. In conclusione questo e’ un album che se da un lato non aggiunge niente al genere, dall’altro esprime i canoni classici del black metal in modo estremamente efficace. Questo disco non fara’ la storia e non sara’ una pietra miliare, ma risultera’ comunque graditissimo da tutti i fan del black metal piu’ tradizionale e intransigente, a cui in definitiva lo consiglio caldamente.

Lucifer is the way / To self-perfection
Lucifer is teacher / Of dignity and pride
Lucifer is conqueror / Against unnatural rules
Lucifer is the guide / For enlighten legions

Tracklist:

1) Baphomet
2) Funeral Wind
3) Ave Master Lucifer
4) Hellstorm
5) For Glory Of Satan
6) Gates Of Hell
7) Created Of Lightning
8) Devil’s Eyes

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