Recensione: Here Waits Thy Doom
Here Waits Thy Doom è il quarto studio album per i canadesi 3 Inches Of Blood che tornano sulla scena a distanza di due anni dal precedente Fire Up The Blades. Guardando l’artwork del disco in questione ci si aspetterebbe di trovarvi all’interno dell’aggressivo black metal norvegese o un folk di “finntrolliana” memoria. Bizzarra scelta, quindi, questa figura incappucciata con la spada, nel mezzo di una tetra foresta, utilizzata per rappresentare anche ora lo stile inconfondibile della band che non è affatto cambiato, caratterizzato da cavalcate speed metal incatenate a trascinanti riff thrash. I nostri, con la nuova fatica, mantengono invariato il loro modo di suonare con voci in falsetto acutissime alternate a incursioni in screaming sorrette da una partitura ritmica sempre incalzante ed efficiente.
Registrato ai London Bridge Studios di Seattle, il disco si attesta sulla falsa riga del precedente, ma perde un po’ di incisività nel complesso: infatti le tracce abbandonano un po’ quel mordente e quell’aggressività che avevano caratterizzato i vecchi lavori.
Le danze si aprono con Battles and Brotherhood, che sin dalle prime note si presenta come classica song heavy metal che ricorda vagamente lo stile dei primi Iron Maiden e si conclude poi con una sfuriata thrash deliziosamente old-style. Come da consuetudine per i 3 Inches Of Blood, la formula che unisce le parti veloci dal sapore speed ai riff taglienti e forsennati viene ripresa in quasi tutte le tracce che compongono l’album, soluzione che alla lunga risulta piuttosto monotona e noiosa.
Infatti i brani che seguono si mantengono su questo stile, come accade per Rock in Hell, Silent Killer e Fierce Defender, che presentano una doppia cassa martellante e chitarre veloci e precise. Un discorso diverso va fatto per Preacher’s Daughter, canzone un po’ fuori dai canoni, in tipico stile hard rock/glam ottantiano, e Call of the Hammer, una miniera di riff thrash che difficilmente fanno rimanere immobile la testa dell’ascoltatore. Il ritmo viene rallentato con la seguente Snake Fighter, traccia abbastanza anonima, per poi riesplodere in velocità con At the Foot of the Great Glacier e All Of Them Witches con chitarre di ispirazione decisamente maideniana a far da padrone. L’acustica 12:34 introduce il brano conclusivo del disco, Execution Tank dove finalmente torna la cattiveria che ha caratterizzato il sound della band: riff corposi e affilati come lame coadiuvati da una batteria sempre precisa e costante chiudono in bellezza questo Here Waits Thy Doom.
Facendo il punto della situazione, ci troviamo di fronte ad una buona produzione che però non è bastata a sollevare le quotazioni di questo disco che, nonostante alcuni buoni spunti, non è riuscito a bissare il successo dei lavori che hanno reso celebri sulla scena metal mondiale i 3 Inches Of Blood. Rimaniamo in attesa di qualche nuova idea che possa far tornare ai vecchi fasti questa band che, ad opinione di chi scrive, ha ancora molto da dire in fatto di musica.
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Stefano “Elrond” Vianello
Tracklist:
1. Battles and Brotherhood * MySpace *
2. Rock In Hell
3. Silent Killer
4. Fierce Defender
5. Preacher’s Daughter
6. Call of the Hammer * MySpace *
7. Snake Fighter
8. At the Foot of the Great Glacier
9. All of Them Witches
10.12:34
11.Execution Tank