Recensione: Hidden Place
A due anni di distanza dall’ottimo Dreamland, rientrano sulle scene i Romani DGM con un album che sicuramente saprà stupire gli estimatori del metal-prog (e spero porterà loro tutta la fortuna che questi ragazzi meritano). Le varie traversie: prima l’abbandono del tastierista Maurizio Pariotti, uno dei membri fondatori, poi il fallimento dell’Elevate Records, non hanno demoralizzato i ragazzi che hanno trovato in Fabio Sanges (ex Abstracta), un nuovo tastierista dal sicuro talento, e nella Scarlet la giusta fiducia per continuare a proporre la loro musica. L’inserimento come supporto agli Shaman di Matos, e non ultimo il Gods Of Metal confermano il giusto lavoro dell’etichetta Milanese. Con Hidden Place il gruppo raggiunge il punto più alto della loro carriera sfornando un platter maturo con arrangiamenti più sofisticati, forse meno immediati che in passato, ma volti ad una ricerca sonora più raffinata al pari di gruppi più blasonati. Forse il disco non ti cattura subito, ma quando ti entra in circolo non lo molli più. Apre le danze la veloce A Day Without The Sun, una power-prog song dal sicuro impatto, ed un Titta Tani che si conferma ottimo cantante: belli i suoni di tastiera e sublime la porzione strumentale chitarra-tastiere, il tutto contornato da una ritmica micidiale sempre precisa e potente. Il secondo pezzo è Save Me, ed il gruppo fa propria la lezione del Teatro Del Sogno sfornando un gran brano dalle forti tinte progressive: bello il solo di Diego Reali, mentre raffinato ed elegante è lo stacco jazzato del pianoforte di Fabio Sanges. Brano stupendo. La title-track è caratterizzata da un’inizio melodico e diversi cambi di tempo, con ancora la Fender color panna dell’axe-man in bell’evidenza. Quasi otto minuti di pura delizia sonora. Il pianoforte introduce Invisible Rain, ballad molto bella, cantata da un Titta Tani sempre più padrone delle vocals e convinto delle proprie capacità. Pezzo incredibile con crescendo elettrici e cali melodici ed una notevole porzione strumentale sempre dettata dal duo Sanges–Reali particolarmente affiatati. Segue Storm # 351 aperta da un chitarrone quasi heavy, per un brano ancora una volta difficile da descrivere ed in cui la parola progressive assume il suo giusto significato. Grande prova di Costantino ai tamburi e molto belli gli interventi di Reali, che in quest’album si conferma ben più di un chitarrista tipicamente neoclassico. Il sesto brano Heaven si apre con un intro strumentale veloce e di notevole spessore tecnico, in bella evidenza è il basso di Andrea Arcangeli, mentre molto incazzata è la prova di Titta Tani. Alone è caratterizzata da un inizio di tastiera seguita da fraseggi melodici dettati dalla sei corde di Reali per un pezzo lento molto avvincente. L’inizio di Blind ci riporta a Dreamland, anche se le atmosfere sono meno hard-rock oriented. Micidiale è l’inizio della veloce The Age Of Flame quasi in stile Simphony X. Notevole e originale è lo stacco centrale jazzy da parte di Sanges, ed il solo swingato di Reali rendono il brano del tutto particolare e personale. Chiude l’album Winter Breeze, con l’acustica di Reali e la bella voce del singer in evidenza: notevole è la prova di quest’ultimo che passa con disinvoltura da tonalità aggressive ad altre più morbide sfoderando una padronanza vocale inaspettata. In ogni modo il brano in questione è un pezzo lento, che si anima all’altezza del solo di tastiera seguito da un altro grande solo di Diego Reali, il tutto contornato da vocalizzi growl. Finale in crescendo, con un duetto chitarra-tastiere che s’interrompe bruscamente lasciando l’ascoltatore nell’attesa che riprenda il brano. Grande album senza cali di tensione, dopo svariati ascolti si riesce sempre a percepire qualcosa di nuovo. Notevole prova da parte di tutto il gruppo che si conferma come una delle band migliori ed intelligenti del nostro panorama musicale, e non solo, proponendo una musica mai scontata e banale ed evolvendo il proprio stile, album dopo album, senza per questo vendersi al trend del momento. Il gruppo è pronto al gran balzo e mi auguro che in molti aprano gli occhi, perché una delle migliori metal-prog band è Italiana e si chiama DGM. Tracklist: A Day without the Sun – Save Me – Hidden Places – Invisible Rain – Storm # 351 – Heaven – Alone – Blind!! – The Age of the Flame – Winter Breeze Franco Spruss