Recensione: Hidden Whispers
Quando inserisco il dischetto nel lettore le prime impressioni vanno a qualche tempo fa, quando ascoltai e recensii con lode il disco dei Gwyllion. Questi ragazzi abruzzesi calcano le scene con la lineup definitiva dal 2006, ma senza leggere la loro bio avevo già l’impressione della loro scarsa esperienza. La loro proposta musicale è un power sinfonico assimilabile (con le dovute proporzioni) ai capomastri del genere quali i Nightwish e Within Temptation. A dire la verità, nella lettera di presentazione citano come influenze anche i bardi di Krefeld e Staropoli e soci, ma pur dopo vari ascolti queste due band c’entrano nel sound come un ghiacciolo all’equatore. Aggiungeteci una produzione alquanto impastata e che innalza alle stelle la sola voce di Mariarosaria Cavallo (brava e interpretativa, peraltro) e avrete il risultato. Deludente, purtroppo.
Il primo brano è “Sunset of our dreams“, e come vi dicevo sembra davvero preso da “Awakening the dream” dei Gwyllion. Delle buone melodie, buone linee vocali, ma tanta tanta reiterazione. E in questi casi lo stimolo a skippare è alto, ma riesco a resistere giusto per godermi una sezione assoli molto ben riuscita. Il secondo brano è “The Lord of the rings” che continua sulla scia della traccia precedente. Ancora sbadigli vari, ma l’attesa per gli assoli mi tiene sveglio, e ancora una volta le speranze sono ben riposte. Non che questi soli siano dei monumenti alla velocità, anzi il loro pregio è quello di dipanarsi su linee semplici ma decisamente efficaci. Chorus finale, orchestrazione pomposa, e via all’ultima traccia, “Out of control“, che inizia col basso (ah, c’era?) in primo piano e poi con un riff ancora una volta molto evocativo. Il brano vero e proprio è un concentrato dei clichè di memoria Nightwish, e non serve aggiungere altro se non sottolineare degli inserti (del tutto imprecisi e fuori luogo) di growls maschili. Interessante la parte centrale quasi teatrale a cui fa seguito un bel solo che però termina con un fastidiosissimo La ripetuto fino alla nausea ad un volume improponibile che copre tutto. Altro chorus e via fino alla fine.
Come ho già sottolineato in altre recensioni, bocciare una band è sempre difficile per un recensore. Ma essere obiettivi è la cosa principale, e quindi mettendo sulla bilancia le impressioni positive (buon lavoro del chitarrista Riccardo e della cantante Mariarosaria) e quelle negative (produzione gravosa e impastata, sottofondo di tastiere anonimo, patterns di batteria ripetitivi, songwriting acerbo, basso inesistente), capite bene quale piatto faccia pendere l’ago. La strada per produrre un disco buono è difficile, e lo è maggiormente nel campo del metal sinfonico, dove ogni suono deve essere distinto dagli altri e concorrere a creare dei mosaici musicali pomposi ma allo stesso tempo leggeri. Mi dispiace per Alessio, fondatore e mainmind della band, ma uno studio più importante sulle tastiere e sul songwriting è fondamentale per fare un reale passo avanti sia per lui che per i White Mirror. Sappiate stupirmi al prossimo round.
Luca “NikeBoyZ” Palmieri
Tracklist:
1. Sunset of our Dreams
2. The Lord of the Rings
3. Out of Control
Contatti:
Alessio: alessio@whitemirror.net
Efrem: efrem@whitemirror.net
Riccardo: riccardo@whitemirror.net