Recensione: Higher N Higher

Di Alessandro Cardinale - 22 Febbraio 2012 - 0:00
Higher N Higher
Etichetta:
Genere:
Anno: 1984
Nazione:
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70

I milanesi Bright Lights rappresentarono un raro caso fortunato nel panorama metallico italiano dei primi anni Ottanta. A differenza di molti altri gruppi i Bright Lights riuscirono rapidamente a raggiungere quello che per la maggioranza dei musicisti dell’epoca era solo un lontano e difficile obiettivo: la sigla su un contratto discografico ufficiale. Privi di particolare esperienza e senza aver macinato la necessaria trafila di concerti, demo tapes e recensioni sulle fanzines dell’epoca i nostri meneghini si accasarono presso la prestigiosa Discotto Metal Records che in quegli anni si presentava come una delle migliori etichette specializzate in questo genere di produzioni.

Il miracolo fu possibile grazie all’amicizia incorsa tra i Bright Lights e alcuni membri dei Royal Air Force, musicisti già molto blasonati in quegli anni lontani. Lo stile dei cinque rocker lombardi era chiaramente derivato dalle migliori formazioni americane in voga in quel periodo e non poteva essere pienamente inquadrato in un genere preciso. Potrei descrivere genericamente la musica dei Bright Lights come un’ambiziosa architettura in bilico tra Hard Rock potente di nomi storici quali i Van Halen e Survivor e parti più propriamente Heavy melodiche care a band del calibro di TNT, Fargo, Whitesnake solo per citarne alcune.

Il debutto in vinile dei Bright Lights venne pubblicato con l’altisonante titolo “Higher ‘n’ Higher” e conteneva un poker di tracce interessanti per gli amanti della scena Hard & Heavy del periodo. Si cominciava con “Higher” con il suo crescendo quasi metallico che a me ha sempre ricordato i più famosi X-Hero, si trattava probabilmente della migliore song del disco. Con “Burnin’ Flower” i nostri strizzarono l’occhio a soluzioni decisamente live-oriented e potenzialmente radiofoniche che mi hanno ricordato l’Heavy Rock dei primi Twisted Sister.

Meno aggressiva ma più articoalta “Days Of Glory” voleva svelare il lato più maturo dei Bright Lights con le sue ispirate parti vocali affidate al buon singer Mauro Giordani, sono pure percepibili alcune contaminazioni anni settanta in questo pezzo. La conclusiva “Too Late To Cry” rallentava il ritmo delle precedenti inserendo parti di tastiera meno evidenti in precedenza. Qui i nostri volevano accostarsi allo stile dei Van Halen più commerciali anticipando in un certo senso la svolta melodica di tante band nostrane di fine anni Ottanta.

Il problema sostanziale di questo Ep, a parte la sua durata molto breve, era la mancanza di personalità che si percepiva nettamente in ogni frangente del disco. I Bright Lights vivevano artisticamente in maniera derivativa cercando di azzeccare la hit che li avrebbe trasformati nella nuova sensation band della settimana e trascurando in parte la fase di composizione. Fu così che dopo l’uscita di “Higher ‘n’ Higher” la band riuscì a suonare dal vivo con una certa continuità ma senza riscuotere il consenso che questi ragazzi si sarebbero aspettati.

L’episodio live più importante fu senza dubbio il Festival Nazionale Heavy Metal del 30 giugno – 1 Luglio 1984 tenutosi a Cava Manara (Pavia) durante il quale i nostri condivisero il palco con Bulldozer e Royal Air Force, solo per citarne un paio.

In breve tempo il quintetto venne avvolto dall’oblio senza riuscire a dare seguito al loro Ep di debutto, un vero peccato viste le indiscutibili doti tecniche di questi musicisti. L’unico a salvarsi dal destino beffardo che condannò i Bright Lights fu il primo chitarrista Tommy Massara che non partecipò alle registrazioni di questo disco. Lui si dedicò prima ai cult speed-thrasher Upset Cross e successivamente fece il salto di qualità con i famosi Extrema. In conclusione i Bright Lights furono l’ennesima speranza disattesa della spietata scena metallica italiana degli anni Ottanta. Sappiate solo che questo “Higher ‘n’ Higher” sia un disco da conoscere ma non certo da venerare, quindi non svenatevi per comprarlo ma nemmeno snobbatelo.

Alessandro Cardinale

Tracklist:
1 – Higher – 4:25
2 – Burnin’ Flower – 4:52
3 – Days Of Glory – 4:48
4 – Too Late To Cry – 4:33
    
Line-up:    
Mauro Giordani – voce
Gianmaria Scattolin – chitarra
Nando DeMarchi – chitarra
Siro Burchiani – basso
Mozart – batteria

 

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