Recensione: History Of A Bad Boy
Leader degli statunitensi Bad Boy per oltre due decadi, Steve Grimm è il tipico personaggio che incarna in modo pressoché perfetto l’identikit del rocker “autentico”: mai baciato da successi davvero planetari o straripanti, eppure animato da enorme passione e grande amore per la musica rock.
Partito nella prima metà dei seventies a cavallo della “band che rese famosa Milwakee”, Grimm ha mantenuto con encomiabile tenacia una completa aderenza con stilemi melodic rock veraci e genuini, incorniciati da un songwriting non troppo originale ma dalle sostenute caratteristiche di orecchiabilità e schiettezza.
Doti mantenute lungo tutto l’arco della carriera: cinque album con gli storici Bad Boy ed un proseguimento abbozzato sul finire degli anni ottanta con un solo-project dal significativo moniker di Steve Grimm Band, nome che indicava una line up differente ma in realtà, consentiva al frontman di mantenere intatto il filo conduttore con la direzione musicale adottata sino ad allora. Una miscela “radio friendly” influenzata da Franke & The Knockouts, Jimmy Davis & Junction, Prism, Shooting Star e primi Boston.
Poche a dire il vero, le uscite ufficiali della Steve Grimm Band. Un EP in vinile di sette tracce intitolato “Prisoner of Passion” datato 1989, un EP addirittura in musicassetta, “Turn The Key”, del 1992 ed un full length in CD nel 1995, “Heaven’s in Your Heart” a completare una discografia limitata e poco conosciuta.
Tutti articoli, in effetti, sinora di scarsissima reperibilità, destinati al collezionismo puro ed a un pubblico risicato di espertissimi e grandi conoscitori del sottobosco melodico internazionale.
Ottimo quindi in tal senso, il progetto della tedesca Avenue of Allies che, alla ricerca di materiale “impolverato” e scarsamente diffuso cui offrire nuova vita, ha pubblicato sul finire del 2009 un compendio definitivo del gruppo, racchiudendo in un unico cd tutte le tre introvabili release della band solista di mr. Grimm.
Il panorama musicale, è bene sottolinearlo, non è di certo quello che potrebbe derivare da capolavori immortali del genere rock, capaci di nascondere perle d’inusitato splendore o d’irraggiungibile raffinatezza stilistica. Senz’altro tuttavia, l’ascolto dei ben ventuno brani contenuti in quest’esaustiva raccolta, porta all’attenzione un piacevole AOR dal retrogusto spiccatamente americano che si colora, di volta in volta, di spunti cantautoriali, approcci maggiormente stradaioli ed un feeling rock vecchio stile. Privo cioè, di grandissimi effetti speciali, a tutto vantaggio di una concretezza che sappia mettere in mostra le discrete qualità melodiche sui cui sono stati costruiti i vari pezzi, con particolare enfasi per cori, ritornelli, voce e chitarre. Gli elementi insomma, che da sempre hanno costituito la base incrollabile di un genere come l’hard rock.
Le canzoni sono omogenee e tutte abbastanza solide da meritare un ascolto, la voce di Grimm una buona garanzia d’affidabilità (simile, in alcuni passaggi, a quella del compianto Brad Delp) e la produzione, pur se poco brillante e vagamente “retrò”, sufficiente a garantire una resa sonora accettabile con, in aggiunta, il sottilissimo fascino derivante da atmosfere dal sapore “vintage”.
Alcuni momenti superiori alla media – segnatamente le ottime “Prisoner of Passion”, “Vacant Eyes”, “Take Me” e “Change of Heart” – suggellano la riuscita dell’operazione, contribuendo ad apporre il proverbiale “pollice alzato” su questa raccolta antologica, decisamente underground, ma non priva di un certo appeal e di discreti riscontri artistici.
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Tracklist:
EP “Prisoner Of Passion” (1989)
01. Too Cool
02. She’s Ready
03. Wounded Heart
04. Hurt So Much
05. Teaser
06. Ready To Rock
07. Prisoner Of Passion
EP “Turn The Key” (1992)
08. Turn The Key
09. Look Of Temptation
10. New Kinda Woman
11. Vacant Eyes
CD “Heaven In Your Heart” (1995)
12. Be Somebody
13. Running Out Of Tomorrows
14. How Many Times
15. Change Of Heart
16. Heaven’s In Your Heart
17. She Said Goodbye
18. Take Me
19. Flames
20. Edge Of The Night
21. You Can Believe