Recensione: Hits For Dead Kids
Come se non bastassero numerosi quanto illustri predecessori, ecco l’ennesima band di gran qualità costretta a fare tutto da sola. Gli svedesi Sterbhaus, infatti, dopo la nascita nel 2007 e l’omonimo demo di ordinanza nel 2008 alla fine dello stesso anno registrano in sei giorni il loro primo full-length presso gli Abyss Studios (Marduk, Immortal, Shining, Sabaton, ecc.) di Pärlby (Sve); autoproducendo il tutto e giungendo solo quest’anno a una distribuzione professionale grazie al promoter tedesco Metal Promotions.
In una cerchia, quella del thrash/death metal, in cui a volte si prendono un po’ troppo sul serio le questioni del Mondo, i Nostri si contraddistinguono innanzitutto per i temi trattati, pregni di una buona dose di umorismo come si può facilmente evincere scorrendo i titoli delle canzoni di “Hits For Dead Kids”. L’obiettivo dichiarato del combo medesimo è quello di ironizzare sugli stereotipi carnivori legati ad azioni oramai – e obiettivamente – omologate quali assassinii, sventramenti, sbudellamenti, autopsie, et cetera.
Se l’ironia la fa da padrona nei temi trattati dai testi, nella musica proposta dal quartetto di Stoccolma c’è invece una severità quasi assoluta. Marcus Hammarström e la sua truppa costituiscono un insieme con un alto tasso di abilità strumentale. Non solo, anche la precisione d’esecuzione e l’equilibrio del suono complessivo sono meritevoli di una dignità discografica professionale. Mancano indecisioni di sorta, lungo le tracce di “Hits For Dead Kids”, e il risultato, nel suo insieme, ha un buon sapore adulto e maturo. Partendo dall’eccellente lavoro svolto dalle chitarre, spostato con decisione verso il versante thrash del metallo estremo, passando per i convulsi giri di basso e giungendo quindi alla precisione cronometrica della batteria, si può solo prendere atto dell’evidente retroterra culturale posseduto dai quattro scandinavi, condita da un’esperienza, nel campo, idonea per evitare di fare brutte figure. Per quanto riguarda uno dei segni particolari che delineano un qualunque sound, cioè il cantato, Hammarström possiede un’ugola rivestita di carta abrasiva a grana grossa; e con essa interpreta le linee vocali con rabbia, decisione e con personalità. Non si tratta né di growl né di scream, quanto piuttosto di un roco cantato a ‘tre polmoni’ dal piglio stentoreo che, invero, avvicina anch’esso lo stile degli Sterbhaus a una sorta di ibrido techno thrash/death moderno e possente, lineare e pulito.
È altresì più che discreto, nondimeno, lo spessore emotivo del disco in virtù di un carattere un po’ dimesso e tendente a toni vagamente drammatici. I brani del CD scorrono con fluidità, manifestando una robusta spina dorsale e un’apprezzabile singolarità, seppur diluita nello stile uniforme che caratterizza il platter stesso. C’è spazio per la sperimentazione (“STD Für Alles”), le dissonanze in stile Zyklon (“Aqualunch”), la tecnica poderosa (“Chiliconcarnage And The Texmexecution”), qualche arpeggio acustico (“Goat Boat”) e la furia melodica (“House Of The Dead Dwarf”); senza mai raggiungere, in ogni caso, estremizzazioni esagerate o buchi di tensione.
La durata ridotta di “Hits For Dead Kids”, evidentemente legata al budget a disposizione, non inficia in alcun modo la percezione di ciò che gli Sterbhaus siano in grado di fare. Dall’opera traspaiono con nitidezza, difatti, le numerose idee che frullano nella testa dei musicisti nordeuropei. Idee niente affatto banali e scontate che, per essere pienamente sviluppate, avrebbero bisogno del supporto di una casa discografica seria, capace di consentir loro una maggior libertà di movimento. Se queste sono le premesse, allora, il futuro degli Sterbhaus non potrà che essere roseo.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Bajo Multa 1:06
2. Sinister Neckgrip 2:53
3. STD Für Alles 4:10
4. Die Leatherman Die 3:46
5. Chiliconcarnage And The Texmexecution 3:03
6. Aqualunch 2:35
7. Goat Boat 2:03
8. Lamplady 3:28
9. House Of The Dead Dwarf 3:53
Durata 26 min.
Formazione:
Marcus Hammarström – Voce e basso
Jimmy Ahovalli – Chitarra ritmica/solista
Simon Olovsson – Chitarra ritmica
Victor Bingzelius – Batteria