Recensione: HMS Live DVD
Tra i partecipanti del “Gods” inglese del 2002 anche gli Honeymoon Suite vedono la loro performance immortalata su un DVD, seguendo le orme dei colleghi Harem Scarem, Jeff Scott Soto e Hardline.
Le impressioni destate da questo DVD sono molto più vicine a quelle suscitate dal DVD degli Hardline, piuttosto che da quello di Soto, prodotto di ben altra caratura tecnico/produttiva, essendo la staticità la caratteristica che più salta all’occhio assistendo allo show degli HMS. Staticità delle telecamere, in primis, che rendono il tutto alquanto casereccio e noioso; staticità del pubblico, timidamente partecipe per applaudire a fine brano, ma alquanto preplesso nel sottolineare in qualsivoglia maniera l’esecuzione; staticità della band, incapace di coinvolgere e vincere l’apatia del pubblico, probabilmente desideroso di qualche up-tempo, abbottonata e a volte senza feeling reciproco.
Strano, per chi vanta quasi un milione di copie vendute in vent’anni di attività con i cinque studio album, che valgono la nomea di prima AOR band canadese, e apparizioni live al fianco di artisti del calibro di Heart, Journey, ZZ Top, Bryan Adams, Saga, Status Quo, Aerosmith, Jethro Tull e Night Ranger.
Effettivamente l’ultimo album, Dreamland, del 2002, qui rappresentato dalla sola opener “What I Know”, non ha riscontrato il successo sperato, ma nonostante in tracklist appaiano principalmente le hit della band (“New Girl Now”, “Burning In Love”, “Wave Babies” e “Stay In The Light” dal debut omonimo del 1984, “Bad Attitude”, “All Along You Knew”, “What Does It Take” and “Feel It Again” dal successivo The Big Prize, del 1985), ciò non sembra bastare per dare una “svegliata” ai presenti.
Le perplessità riguardo l’utilità di una release simile aumentano, se si pensa che la tracklist non è troppo distante da quella del live precedente, del 1995.
Completano la scaletta “Looking Out For No.1” e “Other Side Of Midnight” dall’album Racing After Midnight, del 1988, e “Touch The Sun”, opener della versione canadese di Dreamland, intitolata Lemon Tongue ed esclusivamente edita per il mercato nazionale, mentre sono totalmente ignorati sia il disco del 1991, Monsters Under The Bed, sia il brano forse più rappresentativo dei HMS, quella “Lethal Weapon” che fu il brano portante del film Arma Letale II, e inclusa nel citato Racing After Midnight.
Gli unici due membri originali, il singer Johnnie Dee e il chitarrista Derry Grehan faticano a trovare il collante con gli altri membri, Peter Nunn alle tastiere, Rob Laidlaw al basso e Brett Carrigan alla batteria, e il concerto in quel di Bradford suggerisce una band lontana dal palco da più di quanto sia in realtà, complice anche una miriade di pecche disseminate per tutta l’ora di durata del concerto, principalmente addossabili all’imbarazzante forma del vocalist e all’emozione – forse – che gioca un brutto scherzo al tastierista.
La frittata è fatta, ma piove sempre sul bagnato, e ci si mettono anche un sound decisamente poco avvolgente, la totale mancanza di contenuti extra, e gli inutili soli di piano e chitarra, a completare un quadretto che ha del disastroso.
Peccato, perché dopo l’incidente d’auto occorso nel 1988 a Dee, era grande la voglia di rivedere resuscitata – soprattutto dal punto di vista compositivo – una band che aveva dato moltissimo alla causa dell’AOR, della quale un album come The Big Prize rimarrà a lungo nelle preferenze del sottoscritto.
Per l’ennesima volta, i costi contenuti di realizzazione mettono in ombra le reali potenzialità del supporto.
Tracklist:
- Other Side Of Midnight
- What I Know
- Stay In The Light
- Burning In Love
- Wave Babies
- Touch The Sun
- Piano Solo
- What Does It Take
- Feel It Again
- All Along You Knew
- Lookin’ Out For No. 1
- Guitar Solo
- Bad Attitude
- New Girl Now