Recensione: Holocaust Of Souls

Di Roberto Castellucci - 16 Luglio 2022 - 8:00
Holocaust Of Souls
Etichetta: Maxysound
Genere: Death  Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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Holocaust Of Souls” è il titolo dell’ultima fatica, nonché primo full length, dei veronesi Blaze Of Hate, pubblicato a fine Maggio 2022 dall’etichetta Maxysound. Fin qui nulla di strano, apparentemente, ma la storia del disco è piuttosto inusuale e merita di essere raccontata. L’album infatti, pur essendo stato scritto e registrato 12 anni fa, non è mai stato pubblicato a causa delle molte vicissitudini del bassista/cantante Daniele Prolunghi, tornato finalmente alla carica dopo aver risolto importanti problemi di salute. La band è stata riformata da poco e si prevede l’uscita di un paio di nuovi singoli entro il 2022: non c’è miglior occasione per tirare fuori dagli archivi un disco già pronto, in modo da riprendere le fila del discorso e far risuonare nuovamente la furia dei Blaze Of Hate nelle orecchie di tutti gli appassionati. Si parla di ‘furia’ a ragion veduta: dopo un brano introduttivo atmosferico e coinvolgente il gruppo parte in quarta con “Evolution” e “Obscure Revolt”, prime di una lunga serie di mazzate sonore che i Nostri distribuiscono con grande generosità. Daniele Prolunghi, non a caso, ha militato fino al 2010 come bassista negli arrabbiatissimi Death Mechanism, gruppo Thrash Metal veneto il cui ultimo prodotto discografico risale al 2013. La musica dei Blaze Of Hate si libera del forte ascendente esercitato dai Necrodeath sulla produzione dei Death Mechanism, dando vita a uno stile abbastanza vario e personale con il quale la band cerca di comprimere in 9 brani molte declinazioni del Metal estremo. Il gruppo di Verona passa costantemente da furiose parti in blast beat a tempi più cadenzati e a repentine, nonché devastanti, accelerazioni in up tempo, andando così a creare un violento mix di sonorità Death e Thrash Metal in grado di annichilire completamente anche gli ascoltatori più scafati.

La voce del cantante, in pieno accordo con lo stile musicale, rimane a metà strada tra growl e scream, lasciando aperta la porta tanto ai seguaci più convinti del Death Metal quanto agli amanti del Thrash Metal sparato a mille. Il trio cerca di mantenere per tutto il disco un delicato equilibrio tra questi due sottogeneri, talvolta riuscendoci in pieno come nelle succitate prime due tracce e nella tiratissima “Salvation In Death”, talvolta perdendo un po’ l’ispirazione come accade in canzoni meno incisive come “Children In Hell” e “Victims Of Time”. Rimangono degni di nota l’incedere a due passi dal Death‘n’Roll di “The Dream” e l’aggressivo “Victory”, brano di rara irruenza che nella parte finale si affievolisce, collegandosi così alla suggestiva traccia introduttiva e chiudendo ‘ad anello’ la struttura dell’album. In definitiva l’esperienza di ascolto risulta piacevole, anche se in qualche caso sembra che la musica dei Blaze Of Hate abbia ancora qualche angolo da smussare, ma non dimentichiamoci che parliamo di un disco del 2010: le premesse per un roseo 2022 ci sono tutte, considerando anche il fatto che il buon Daniele Prolunghi fa parte da qualche tempo di un trio di musica Gypsy, i Triomanzana. Mi sa tanto che i Blaze Of Hate ci stanno riservando alcune sorprese…in attesa dei nuovi singoli, buon ascolto a tutti!

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