Recensione: Holy Hell

Di Paolo Beretta - 10 Maggio 2005 - 0:00
Holy Hell
Band: Rob Rock
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

C’è gente che è nata per cantare e che dietro ad un microfono riesce ad emozionare con una semplicità disarmante. Rob Rock è uno di questi: un singer clamoroso dal talento purissimo e dalla tecnica cristallina. La sua carriera inizia “nell’anno dell’Heavy Metal”: nel mitico 1986, con l’uscita di Project Driver dei M.A.R.S. (Rudy Sarzo, Tommy Aldridge e Tony MacAlpine). Dopo quest’album, universalmente riconosciuto come una masterpiece degli anni ’80, la sua ugola sopraffina andò al servizio del Guitar Hero Chris Impellitteri per 6 ottimi lavori. Nel 1991 cantò anche per un altro talento della sei corde: Axel Rudi Pell. Solo nel 2000 Rob Rock decise di iniziare la sua carriera solista con il buon Rage Of Creation prodotto da Roy Z, (con il quale R.R. aveva lavorato nel 1990 nei Driver), che già aveva lanciato album solisti di Bruce Dickinson e Rob Halford. Il prodotto ricevette diversi consensi con sonorità vicine a quelle di Iron Maiden e Dio. Nel 2003 uscì il secondo capitolo intitolato Eyes Of Eternity. Un album che proseguì sul sound orientato verso il metal melodico a tratti potente e veloce con buoni spunti, tanta tecnica (non solo canora), ma senza acuti clamorosi. Adesso a distanza di due anni esce la terza fatica solista dal titolo interessante Holy Hell: inferno sacro. La cover curata e dai colori accesi vede il contrasto netto tra bene (Holy) e male (Hell) pronti alla battaglia.

La tracklist, che comprende 10 canzoni, vede la presenza di brani spigolosi e pesanti alternati con altri dalla vena più spiccatamente melodica. In generale il disco scorre con piacere e, a parte un paio di episodi poco riusciti, il lavoro è omogeneo e molto spendibile in termini commerciali dal momento che si rivolge ai fan di Classico Heavy e Power metal di stampo americano. Ad avvalorare il tutto ci pensa la voce di Rob Rock estremamente mutevole come al solito: un valore aggiunto di indiscutibile bellezza che trasforma alcuni brani anonimi in song d’impatto.

Passando nello specifico tra le migliori canzoni del cd cito senza ombra di dubbio l’opener Slayer Of Soul. Una Hit elementare per struttura che si fonda su un sound ricco di riff selvaggi ed un cantato potente in perfetta simbiosi con un chorus melodico ma non troppo ruffiano. La voce di Rob scende in profondità nelle strofe di Calling Angels per poi sollevarsi con medie estensioni in un chorus molto studiato e melodico: un mid tempo in crescendo davvero riuscito meritevole di diversi ascolti. Heavy Metal allo stato puro nella title track nella quale tempi sostenuti con poche variazioni sono la struttura che regge questa song scarna dotata di ottime backing vocals nel refrain. Si procede con forza fino al solos spigoloso, e lungo, che lancia il finale con le banali ma riuscite ripetizioni del coro. Leggendo il testo di può capire che I’ll Be Waiting For You è un lento per una persona importante per Rob Rock. Sfogliando l’ultima pagina del booklet si ha la conferma di tutto ciò dove il singer dedica il pezzo al padre scomparso nel 2004. Un lento triste e tradizionale dove tutto è al suo posto: strofe immobili, refrain ipnotico ed un pianto metallico che spezza la track. Tutto vero e prevedibile ma la prestazione di Rock è meravigliosa. When Darkness Reign è una tipica canzone anni ’80 con melodie accentuate, buon lavoro di tastiere, backing vocals imponenti ed un break davvero coinvolgente con un sapiente solo virtuoso di Bob Rossi. Questo brano si contende la palma di miglior song del lotto assieme alla conclusiva…. Move on è una grandiosa ballad leggera, con orchestrazioni e piano, che vede la presenza di Tobias Sammet (i due si erano incontrati nel progetto Avantasia). Melodie innocue ed estremamente curate danno vita ad un duetto godibile che sfocia in un refrain solare lasciando un sorriso sulle labbra agli ascoltatori.

Un sorriso meritato per un lavoro di spessore che le mediocri e troppo statiche I’m A Warrior e Lion Of Judah non riescono a scalfire più di tanto. Holy Hell è un bel cd da ascoltare diverse volte senza pretese miracolistiche ma per chi ha voglia di ascoltare un Heavy Metal vario e di qualità interpretato con perfezione chirurgica da una delle più belle voci nel suo genere.

“Top Songs”: Calling Angels, When Darkness Reign, Move On.
“Skip Song”: Lion Of Judah.

TRACKLIST:

1. Slayer Of Souls
2. First Winds Of The End Of Time
3. Calling Angels
4. Holy Hell
5. Lion Of Judah
6. I’m A Warrior
7. I’ll Be Waiting For You
8. When Darkness Reign
9. The Revelation
10. Move On

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