Recensione: HolyHell
Ebbene sì. Ci troviamo davanti all’ennesimo gruppo Symphonic Power con voce femminile. Già immagino che alcuni staranno pensando che non se ne può più, che in questi ultimi tempi spuntano come funghi in un’implacabile gara per diventare famosi quanto i capostipiti del genere. Ed in effetti la cosa è innegabile. Però nonostante alcuni totali flop di band che evidentemente vogliono arrivare nell’Olimpo unicamente scopiazzando qua e là, ci sono dei gruppi che si fanno notare e che fortunatamente cercano di mettere nella propria musica, seppur ormai abusata ad oltranza, una certa personalità. Gli HolyHell, band molto giovane alla sua prima release ufficiale, cercano di metterci del proprio nella fase di songwriting, risultando però, nonostante gli sforzi, poco originali e a volte ripetitivi.
Eppure dei buoni spunti nonostante tutto ci sono, e già l’opener lo da bene a vedere. Wings Of Fly si dimostra una buona traccia, con delle tempistiche veloci e un chorus davvero memorabile. Purtroppo però la voce della cantante tende a risultare talvolta un po’ anonima sebbene sia dotata di una notevole tecnica. Interessantissima Mephisto, interludio molto particolare in cui una melodia classicheggiante di pianoforte si unisce in un intreccio davvero sensazionale con sfarzose orchestrazioni, altisonanti cori e suoni di tastiera elettronici. A parte questi pochi episodi positivi, come il sound “vampiresco” di Apocalypse e qualche riff ben impostato di Holy Water, la band americana si dilunga troppo e tende come già detto a ripetersi. Non è il massimo nemmeno la cover di Resurrection dei Godgory (band Melodic Death davvero ma davvero valida ora purtroppo sciolta), che risulta – nonostante le atmosfere siano state riprodotte fedelmente – molto meno coinvolgente dell’originale. Altro da dire? Direi di no. Il discorso è sempre quello: il disco non merita una totale e definitiva bocciatura, ma nemmeno si allontana di molto dalla sufficienza. Se è vero che molti spunti offerti dalla band siano buoni, è altrettanto vero che nell’ora e dieci di riproduzione dell’album ci sono abbastanza occasioni per potersi annoiare. Peccato, le carte le hanno tutte in regola, e con un po’ di impegno in più sarebbero potuti risultare meno dispersivi e monotoni.
Eppure ne sono pienamente convinto: se la band avesse puntato a scrivere meno canzoni e a lavorare di più su quelle sette/otto che sufficienti sarebbero state per l’album, sicuramente avrebbero ottenuto un risultato decisamente migliore.
Insomma, credo lo abbiate capito: non dico che HolyHell vada evitato assolutamente, ma penso che vada la pena comprarlo solo se siete degli amanti spasmodici del Symphonic Power capitanato da una giovane ed avvenente cantante femminile. In caso contrario direi che è assolutamente superfluo possedere un album del genere, di cui ormai ne possiamo trovare a centinaia in qualsiasi negozio di musica Rock/Metal. Peccato, speriamo nel prossimo album.
Luca Dei Rossi
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Tracklist:
1) Wings Of Light * MySpace *
2) Prophecy * MySpace *
3) Revelations
4) Eclipse * MySpace *
5) The Fall * MySpace *
6) Angel Of Darkness * MySpace *
7) Holy Water * MySpace *
8) Mephisto
9) Gates Of Hell * MySpace *
10) Resurrection
11) Last Vision
12) Apocalypse * MySpace *
13) Armageddon * MySpace *