Recensione: Hope
La seconda vita degli Harem Scarem, iniziata nel 2002 con l’approdo in casa Frontiers e seguita ai fasti della prima fase, quella di ben sette album su Warner Music, giunge oggi al nuovo capitolo intitolato “Hope”.
Il sound ammodernato del nuovo corso continua a emergere anche in “Hope”, così come lo aveva fatto nel precedente Human Nature, e prosegue nell’opera di ritorno alle origini inizialmente avviata con Higher e improvvisamente abbandonata con Overload.
Il riavvicinamento naturalmente è progressivo e comunque contaminato dalle influenze post-rock e alternative ormai inscrollabili dalle chitarre di Pete Lesperance, anche se molte sono le soluzioni che strizzano l’occhio al passato (e non ci riferiamo necessariamente all’ineguagliabile Mood Swings): i brani riprendono la forma canzone di un tempo, assumendo i tratti tipici dell’hard rock melodico d’impatto e superando solo in un paio di occasioni i quattro minuti di durata. I refrain d’effetto arrivano in diverse occasioni a lasciare da sola la voce di un entusiasmante Harry Hess, ben coaudivata dalle backing e da stop-and-go ritmici ben visti da tanta parte dell’ascolto AOR, evitando però gli osannati cambi di tonalità sul finale, che avrebbero rappresentato probabilmente la proverbiale ciliegina sulla torta. Evitate anche le ballatone ultra melense, non si va al di là del mid-tempo di “Shooting Star” e “Nothing Without You”, scelta che contribuisce a tenere alta la tensione sonora, se si esclude – ma neanche troppo – la conclusiva “Higher”, in versione acustica, inclusa come bonus track per il mercato europeo.
Nonostante la presenza di qualche inevitabile filler, molti sono gli highlight di questa nuova fatica del combo canadese, ad iniziare dalla opener, “Watch Your Back”, dal mood ruffianamente pop; “Dark Times”, più oscura ma pur sempre accattivante; “Never Too Late”, outsider – qualcuno direbbe – delle vecchie produzioni; le conclusive killer track, “Calm Before The Storm” (eleggiamola pure migliore del lotto) e la magniloquente “Nothing Without You”.
Qualche nota di colore, infine – ma niente di più – è aggiunta dalle sperimentazioni percussionistiche, più a livello di sound che altro, dei piatti di Creighton Doane e dei falsetti di Hess su “Time Bomb”.
In definitiva, crediamo che il titolo del nuovo album sia da intendere più in senso scaramantico che altro, perché stando alle ultime si tratterebbe dell’ultimo disco degli Harem Scarem.
Tracklist:
- Watch Your Back
- Time Bomb
- Hope
- Days Are Numbered
- Dark Times
- Beyond Repair
- Never Too Late
- Shooting Star
- Calm Before The Storm
- Nothing Without You
- Higher (Acoustic)