Recensione: Horizon

Di Riccardo Angelini - 21 Febbraio 2008 - 0:00
Horizon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
50

Il limite più frequente dei dischi solisti di molti eroi delle sei corde è la scarsa attrattiva che esercitano nei confronti dell’ascoltatore occasionale. Per ovviare a un simile inconveniente, Mike Dimareli ha attuato una strategia semplice ma piuttosto efficace, almeno sulla carta. Senza cadere preda delle scalmane del fai-da-te che talora colgono anche i veterani del settore (chi ha detto Malmsteen?) e rinunciando all’approccio esclusivamente strumentale adottato nel debutto “Fantasy” (2004), l’axeman ellenico ha puntato su una line-up solida e agguerrita, guidata da un cantante di spessore come Bill Aksiotis (Phantom Lord) e fortificata dall’eclettico tastierista Bob Katsionis (ex-Sceptic Flesh, ora titolare nei Firewind e in altre mille formazioni della scena power greca). Potendo così contare su una vera e propria band di supporto, Mike si è concentrato sulla composizione di canzoni che non cadessero nella trappola dell’autocompiacimento, bensì costruite sulla base del loro potenziale in prospettiva live.

Sette brani di metal melodico dai forti accenti neoclassici più una (concediamogliela) strumentale della medesima risma rappresentano il nuovo biglietto da visita del guitar-hero di Atene. Una proposta che appare fin dalle prime battute decisamente derivativa. Nessuno sforzo viene fatto per discostarsi dal sentiero tracciato a suo tempo dal vecchio Yngwie J., alla cui scuola il giovane Mike non fa mistero di essere cresciuto. Tanto la sezione ritmica quanto i suoni delle tastiere rimandano dal canto loro a influenze prettamente power, con più d’un richiamo a Stratovarius e soci: l’iniziale “Horizon” pare in effetti uscita direttamente da un disco di Tolkki, con Aksiotis al microfono che scimmiotta in modo più o meno efficace lo stile interpretativo di Kotipelto. Al pari del collega biondocrinito, il cantante ellenico punta con insistenza sul falsetto, utile a valorizzare la sua notevole estensione vocale ma a tratti fin troppo assillante. Così accade sulla banalotta “Rising Shadow”, che si affida a una doppia cassa standard che più standard non si può e all’immancabile ritornello cantato su note improbabili, o dell’altrettanto prevedibile “Madness”, ennesima goccia nello sterminato oceano del power neoclassico. Decisamente meglio la robusta “Vengeance” o l’incalzante “Rising Sun”, che fa fronte a una sezione ritmica precisa ma piatta oltre ogni dire con un refrain diretto ed efficace.

E le chitarre? In effetti, considerato che si tratta pur sempre del solo album di un chitarrista, sarebbe lecito aspettarsi un approccio in po’ più esuberante rispetto a quello adottato da Dimareli, che svolge il proprio compito con zelo ma senza mai spingersi troppo fuori dalle righe. Tale scelta tecnica favorisce l’equilibrio interno dei brani, ma rischia di deludere chi sperava in qualche eccesso di individualismo in più. I virtuosismi non mancano, certo, e tanto in solo quanto in combinazione con le tastiere Mike dà prova di un’ottima padronanza dello strumento. Non a caso il momento migliore concide con la traccia conclusiva, la strumentale “Winter Night”, la cui melodia dolce e cullante stacca nettamente rispetto ai toni enfatici del resto della tracklist. Tutto si muove comunque entro binari noti e arcinoti: manca il colpo di genio, così come manca la volontà stessa di tentare qualcosa non già di nuovo ma anche solo di insolito. In questo senso “Horizon” appare, come si è anticipato, un album pensato principalmente nell’ottica della sua resa sul palco, piuttosto che improntato sulla base della ricerca e dell’evoluzione dello strumento.

Per queste ragioni un’uscita come la presente sarà forse più appetibile all’ascoltatore occasionale anziché all’appassionato di chitarra. Le seconda fatica del Dimareli solista va infatti a collocarsi nel pieno della corrente del power metal melodico di scuola finlandese, rispetto al quale il maggiore punto di distacco è rappresentato da una copertina tanto evocativa quanto fuori tema. Sfortunatamente per Mike, di dischi del genere oggi gli scaffali sono pieni.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. Horizon
2. Find My Soul
3. The Rising Sun
4. Madness
5. Rising Shadows
6. Awake
7. Vengeance
8. Winter Night

Ultimi album di Mike Dimareli Artical

Genere:
Anno: 2007
50