Recensione: Horizon

Di Andrea Bacigalupo - 23 Gennaio 2022 - 21:16
Horizon
Band: Crowdown
Etichetta: Sliptrick Records
Genere: Groove  Hardcore 
Anno: 2021
Nazione:
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70

Esordio tutt’altro che timido quello degli austriaci Crowdown, che si presentano prepotentemente con ‘Horizon’, massiccio EP di sette pezzi, disponibile dal 30 novembre 2021 via Sliptrick Records, incentrato sul lato oscuro delle emozioni umane attraverso storie di rabbia e disperazione.

Il sound è un insieme di Hardcore e Groove Metal di derivazione anni ’90, quadrato, solido e preciso, soprattutto violento, pieno di stacchi ed attacchi detonanti, condotto dalla voce arrabbiatissima ed inflessibile di Markus ‘Maggo’ Wenzel, noto vocalist della scena metal austriaca (Mastic Scum, Tristwood) che, indubbiamente, sa come trasferire le proprie emozioni a chi lo ascolta.

L’EP, della durata di poco più di venti minuti, è coinciso e diretto: i Crowdown non la stanno a raccontare, non fanno pause e non si perdono in chiacchiere. ‘Horizon’ inizia feroce già con l’intro, la strumentale ‘Welcome to Crows’ Land’ e finisce feroce, in mezzo altrettanta ferocia.

Tra i brani che maggiormente colpiscono troviamo ‘Cold’, una vera scartavetrata sul volto, con la sua andatura pesantissima ed il canto ringhioso di Maggo che denuncia un’umanità diventata ormai fredda, ‘Adrenaline’, con furiose strofe rap (non tipo quelle di Fedez, eh!) accompagnate da potenti linee di basso che fanno esplodere il petto e ‘America The Hateful’, un pezzo cadenzato carico di odio verso la nazione d’oltre oceano.

Sviluppano parecchia energia anche la scura ‘Generation of the Lost’, che parla di un mondo spietato che si perde nel buio, dove i corvi scendono a cavare gli occhi e la conclusiva ‘Worship The Sick’, un Thrash con finale tinto di nera morte, con tanto di tremoli e blast beat, che non ci si aspetta ma che ci stanno.

Horizon’ è stato registrato e mixato al Grindlab Studio di Vienna a cura del chitarrista dei Mastic Scum Harry Gandler ed è stato mixato ai Temple of Disharmony Studio di Bamberg, Germania, da Patrick W. Engel (produttore degli Heaven Shall Burn).

Lavoro solido e curato, composto da buoni pezzi, mostra una band che può dire molto. Aspettiamo il primo vero album per averne la conferma. Per ora, giudizio più che positivo.

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