Recensione: Horn Of Silence

Di Gaetano Loffredo - 9 Aprile 2007 - 0:00
Horn Of Silence
Band: Spellblast
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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74

Altro debutto di valore. Gli italianissimi Spellblast centrano il bersaglio presentando Horns Of Silence, disco dalle sonorità power folk che gli amanti di Elvenking, primi Rhapsody of Fire e Domine non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
L’inflessione medievaleggiante, i tamburi battenti e i violini trionfali si riallacciano alla dimensione che meglio rappresenta il sestetto bergamasco, immerso in un mondo immaginario dai connotati ultra-fantasy. Ve li presento.

Gli Spellblast si formano nel 1999 ma pubblicano il primo demo con un lustro di ritardo, nel 2004, compact autoprodotto che propone un power metal funzionale ma meno ancestrale di quello odierno. Il cambio di vocalist equivale alla svolta in positivo; il sound guadagna in potenza e maturità e il tanto atteso salto di qualità è compiuto.
Nel 2006 il gruppo si rifugia all’interno dei New Sin Studio (Labyrinth, Domine, Whit Skull, Elvenking) e registra Horns Of Silence con l’aiuto di un ospite d’eccezione: Damnagoras degli stessi Elvenking che contribuirà prestando la sua celebre voce. Da qui, la firma con la Metal Crusade Records per il rilascio dell’esordio discografico.

La freschezza delle composizioni e la fluidità dei nove paragrafi racchiusi nel rispolverato tomo si lasciano apprezzare brano dopo brano, lo stile alchemico richiama piuttosto vivacemente quell’antica e concreta lingua che ha immortalato le gesta dei gruppi menzionati nel cappello introduttivo, la linea che separa il passaggio sinfonico da quello più ostico non è mai stata così sottile.

Horns Of Silence è un disco arabescato, ricco di ornamenti melodici. La base è un power metal solido e battagliero cesellato da mille decorazioni sinfoniche, un lavoro che si sposa con il più classico dei gdr esistenti. Da rimarcare la prestazione di Jon al microfono e gli spettacolari assoli di chitarra elettrica di Luca che, in quanto a stile, più di una volta mi ha riportato alla mente l’esperto Enrico Paoli.
Nel suo interno troverete materiale indispensabile per un prodotto appagante: brani iper-veloci (Losing Reality), cori suggestivi (In The Name Of Odin), ballate acustiche (Glory Of The Gem), cadenze medievali (Goblin’s Song), growling (Lost In The Forest), orchestrazioni cinematografiche (Legend Of The Ice Wolf), il tutto “ricoperto” da principi basilari quali competenza, preparazione, serietà e dedizione; caratteristiche difficilmente riscontrabili in una formazione che sta ancora muovendo i primi passi.

Un numero maggiore di passaggi folcloristici, un pizzico di personalità in più e una registrazione qualitativamente migliore (heavy metal oriented) avrebbero valorizzato ulteriormente l’ottimo lavoro del sestetto tricolore che, in ogni caso, sorprenderà.

Potrete acquistare Horns Of Silence ad un prezzo relativamente basso: tredici euro. Gli amanti del genere ci facciano più di un pensierino, la qualità della musica proposta giustificherà ampiamente l’esborso economico. Ben fatto Spellblast.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.In The Name Of Odin
2.Lost In The Forest
3.Losing Reality
4.Glory To The Gem
5.Goblins’ Song
6.Legend Of The Ice Wolf
7.Sign Of The Unicorns
8.Resurrection
9.Knights Of Darkness

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