Recensione: Horror Avenue n. 7
“Horror Avenue n. 7” è il primo parto discografico di Brent Steed, al secolo Federico Sadocco, giovane musicista padovano che ha scritto, arrangiato, suonato e prodotto in perfetta solitudine tutte le tracce in esso contenute.
Brent Steed, a cui evidentemente stanno strette le classificazioni tradizionali delle sottocategorie del rock e del metal, ha coniato, per descrivere il suo esordio, la denominazione di un nuovo genere, l’ “UFO space rock”.
In effetti, i testi di Horror Avenue n. 7 sono del tutto imperniati su tematiche fantascientifiche, con particolari riferimenti a concetti di tipo ufologico.
La musica, pur non scevra da appropriate – visto il tema delle liriche – influenze del rock elettronico degli anni Ottanta del secolo scorso, non disdegna aperture sui territori dell’hard rock e dell’ alternative metal.
Aperto proprio dall’intro Horror Avenue, tra suoni elettronici ed atmosfere spaziali, il mini-album prosegue con energia maggiormente hard rock, grazie alla più “spaziale” (ovviamente!) Space Krav Boy ed alla più accattivante Mother!.
Sempre alquante tirate sono l’ottima Liar, un veloce hard rock guitar-oriented e She’s Just A Punk, nella quale scrosci di pioggia si frappongono a pesanti riff d’ascia.
Momenti di quiete, invece, sono regalati all’ascoltatore da Down On Me, rarefatta, elettronica, acustica e sofferta, e dalla conclusiva ballata pianistica In Your Heart.
L’opera prima di Brent Steed, visivamente arricchita dall’artwork della pittrice veneziana Elisabetta Guarino, in conclusione, pur se inevitabilmente contrassegnato da qualche momento un po’ acerbo, appare promettente, tra l’altro, anche per l’evidente sforzo di rifuggire ogni insipida banalità.
Attendiamo con curiosità ed interesse, dunque, le prossime mosse artistiche di Federico Sadocco e del suo “alieno” alter-ego musicale.