Recensione: Horror of Daniel Wagner
A undici anni esatti dall’interessantissimo debutto “Come Read the Words Forbidden” tornano in scena i power metaller ucraini Morton. Dopo quell’ottimo lavoro, nel 2011, la formazione di Kiev sembrava proiettata a diventare uno dei nomi capaci di rappresentare il futuro del genere ma, purtroppo, le cose presero una piega diversa. Già, perché i Morton iniziarono a comporre il secondo album nel 2013 ma, per una serie di eventi interni alla band, quel disco vede la luce solo ora, nel 2022. E visto il famoso detto che vuole la fortuna cieca, mentre la sfortuna ci vede benissimo, i Nostri si presentano nel 2022 in un momento critico, nel bel mezzo di una crisi geopolitica e di un conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Proprio questo aspetto impedisce ai Morton di stampare in formato fisico il nuovo lavoro che, attualmente, risulta disponibile solo in via digitale. Introduzione lunga ma doverosa, che ci permette di addentrarci con cognizione di causa alla scoperta di “Horror of Daniel Wagner”, il secondo lavoro dei Morton.
Rispetto a “Come Read the Words Forbidden” il nuovo “Horror of Daniel Wagner” si presenta più maturo, curato, elegante, carico di pathos. Il disco, in più di qualche frangente, riporta alla mente i Kamelot più ispirati dell’era Khan, alla voce. D’altronde, lo stile vocale del cantante-chitarrista Max Morton e alcune atmosfere e arrangiamenti che fanno capolino negli oltre sessanta minuti di durata di “Horror of Daniel Wagner”, sottolineano proprio questo aspetto. Ma sia chiaro: i Morton non puntano a fare il verso a questo o a quel gruppo, hanno un’identità definita. Sebbene in alcuni passaggi le influenze siano riconoscibili, le composizioni risultano personali e di qualità eccelsa. Entrando nel dettaglio di “Horror of Daniel Wagner”, l’album presenta un’attenzione maniacale per la melodia e piazza dei ritornelli vincenti, che pur non essendo immediati, sanno comunque risultare coinvolgenti e trascinanti. La prestazione dei singoli è di assoluto livello, sia per quanto riguarda l’esecuzione, sia per la capacità compositiva e l’eleganza negli arrangiamenti. Molto di questo merito va dato a Max Morton che, oltre a essere il songwriter della band, in studio si è occupato di chitarra, voce e basso. Senza dimenticare il suo lavoro in cabina di regia, visto che ha curato in prima persona ogni singolo passaggio delle varie fasi di registrazione, realizzando una produzione potente, limpida e al passo con i tempi.
“Horror of Daniel Wagner” è un concept album suddiviso in due parti: “Sinful Heart” e “Grand Awakening”, che rappresentano i lati opposti della stessa medaglia: luce e oscurità, enigma e risposta, malattia e guarigione. Le tredici canzoni che compongono il disco ci faranno quindi vivere un autentico viaggio, in cui il protagonista attraverserà il purgatorio, fino a raggiungere il perdono. In questo percorso di purificazione, il protagonista si troverà a vivere svariate vite, compiendo in questo modo esperienze nuove, fino ad assistere al completo risveglio dell’umanità. Un concept ambizioso, che per poter essere compreso in ogni sua fase, richiede l’ascolto dell’intero disco, dall’inizio alla fine. In questo modo potremo vivere in prima persona tutte le emozioni che il protagonista proverà in questo cammino verso la redenzione. Un ruolo fondamentale nel rendere concreto quanto appena scritto spetta alla splendida prestazione vocale di Max Morton, che riesce a impersonare i sentimenti più profondi dell’animo umano, affrontati nel concept. E dal punto di vista strumentale, le canzoni non possono che riflettere le tematiche affrontate nei testi, creando un legame fortissimo tra musiche e liriche, come solo i grandi album sanno fare. Da segnalare, inoltre, la presenza di Tatiana Shmayluk come guest al microfono, che sfoggerà le sue extreme vocals nelle parti in your face di “Horror of Daniel Wagner”.
Cos’altro aggiungere? Eh, che “Horror of Daniel Wagner” è un disco di cui l’intera scena power aveva fottutamente bisogno. I Morton sono un nome nuovo e, al contrario di tante altre band nuove, uscite negli ultimi anni, non giocano sull’immagine o su trovate varie per accalappiare attenzioni e follower. I Morton fanno quello che il metal ha sempre fatto: suonare con il cuore, per soddisfare prima di tutto la propria visione artistica. E lo fanno con classe sopraffina ed eleganza. Nella speranza che “Horror of Daniel Wagner” possa presto uscire in formato fisico, ascoltatelo nelle varie piattaforme streaming, in cui è disponibile dallo scorso 30 marzo. Non ve ne pentirete.
Marco Donè