Recensione: How The Great Have Fallen
Corredati da una pomposa presentazione, mi ritornano fra le mani i Raging Speedhorn. Se fosse attendibile considerare il terzo album come la prova del nove, i ragazzi farebbero meglio a prendersi una lunga pausa di riflessione, perchè mi sembrano parecchio lontani dal poter stravolgere la scena inglese (come suggerito da biografia). Siamo passati con una certa indulgenza su We Will Be Dead Tomorrow, e ora ci ritroviamo con una strampalata fotocopia del precedente lavoro buttata lì.
E’ ancora Thrashcore, con forti influenze Hardcore e richiami Nu. Il suono, massiccio anche se scontato, fa da contrappeso alla struttura essenziale dei brani: tanto essenziale da diventare imbarazzante in casi come “Oh How The Great Have Fallen“. Una formula diretta per qualche ascolto distratto e facile, canzoni minimali da ascoltare a volumi impossibili. Quel che avevano da proporci, in fondo, lo sapevamo benissimo, e non penso che qualcuno si aspettasse dal nuovo lavoro uno stravolgimento radicale: ma se badiamo all’ispirazione siamo di fronte al vuoto, lontani anni luce dalla presa di gruppi che, in territori limitrofi, hanno fatto ben di meglio.
Viene azzardato qualche pezzo lento, ma la povertà di arrangiamenti è eccessiva, e i brani si spengono ben prima di arrivare alla fine. Penso per esempio “Fuck You Pay Me“, un brutto assemblaggio di idee riciclate. Allora si va sul veloce, e lì il gruppo se la gioca meglio. Si prenda “Dead Man Walking“: niente di nuovo, ma grinta e cattiveria da vendere. Esattamente quello che ci si aspetta da questo genere, almeno nel momento in cui ogni pretesa sperimentale viene meno; e, vi assicuro, i Raging Speedhorn sono l’antitesi della sperimentazione.
Nel complesso trovo How The Great Have Fallen un agglomerato di pochi buoni spunti e tanti facili riempitivi. Ad essere onesti non ci siamo allontanati poi di tanto da quel che si era fatto nel secondo lavoro: ma la vicinanza, più che di qualità, è di idee. C’è chi sulle stesse idee costruisce una discografia, quando non una carriera: quelle dei Raging Speedhorn a quanto pare erano poche anche per riempire due album. Sarebbe sicuramente meglio per il gruppo mettere in piedi qualcosa di più concreto prima di riproporsi: al momento sono giusto accettabili per chi cerca ascolti da sottofondo molto facili.
Matteo Bovio
Tracklist
01. A Different Shade Of Shit
02. Oh How The Great Have Fallen
03. Dead Man Walking
04. Master Of Disaster
05. Snatching Defeat From The Jaws Of Victory
06. How Much Can A Man Take
07. Fuck You Pay Me
08. Slay The Coward
09. The Infidel Is Dead
10. Don’t Let The Bastards Grind You Down