Recensione: HTP
Devo essere sincera, ho iniziato l’ascolto di Hughes/Turner con un certo timore. Troppo spesso album dove due leggende viventi del rock o del metal si incontrano, sono poi dei flop colossali. Non è il caso di questo cd. HTP è un album di hard-rock scoppiettante che rimanda ovviamente alla band dove entrambi hanno cantato, i Deep Purple, ma non i Deep Purple degli ultimi anni con Steve Morse, ma quelli con il vecchio Richie Blackmore, quelli di Burn, di Stormbringer e…si..di Slaves&Masters. “Devil’s Road” parte alla carica mostrando subito di cosa sono capaci i due vocalist che seppur ormai over 50 possono ancora insegnare molto alle nuove leve. Segue “You can’t stop rock n’ roll” dove l’assolo di Paul Gilbert ha qualcosa di incredibile tale è la velocità e la pulizia di esecuzione. “Missed your name” sembra un outtake di “Stormbringer” ma con suoni decisamente più nuovi. “Mystery of the heart” è cantata dal solo Turner con una dolce ballata perfettamente nelle sue corde. “Sister Midnight” riporta subito però su note decisamente più tirate con un inizio un po’ Mr.Big che procede in un’atmosfera molto anni ’70 che pervade tutto l’album. “Better man” è più nello stile degli album di Hughes e infatti è il suo basso a farla da padrone e persino l’interpretazione di Turner è sullo stile di Hughes. “Heaven’s missing an angel” vede la partecipazione di John Sykes (Whitesnake/Thin Lizzy) alla chitarra e cori e cantata dal solo Hughes. Riporta alla memoria “1987” dei Whitesnake specialmente nella scelta dei suoni (il rullante della batteria e il suono della chitarra sembrano presi pari-pari da quel cd) in un piacevole deja-vu.
“Fade away” ha un’atmosfera piuttosto strana e il duetto delle voci di Hughes e Turner mi ricorda “You fool no one” dei Deep Purple (dove Hughes duettava però con Coverdale). “Ride the storm” è a dir poco devastante e Akira Kajiyama segue perfettamente le orme di Richie Blackmore (come aveva fatto anche in “Slam” di Turner recentemente) e dimostra che in fondo Joe Lynn Turner non ci stava malissimo nei Deep Purple. “Run Run Run” porta infatti un po’ verso lo stile di “Slaves&Masters” l’unico album dei Profondo porpora che ha visto la partecipazione di Turner, complici la batteria di Shane Gaalaas (ex-Malmsteen) e l’organo in stile Jon Lord di Vince DiCola. Nella conclusiva “On The Ledge” è proprio il tastierista/organista DiCola (ricordiamolo nella colonna sonora di Rocky IV) a prendere le redini con assoli di hammond e tastiera da paura. In conclusione un cd che farà felici i fan dei Deep Purple, dei Rainbow, di Hughes, di Turner, dei Whitesnake, ma che sarebbe utile anche a tutti quelli che pensano che le vecchie leve non abbiano più nulla da dire, per far capire che quando la musica è leggenda, non ha età.
Tracklist:
Devil’s Road
You can’t stop rock n’roll
Missed Your name
Mystery of the heart
Sister Midnight
Better Man
Heaven’s missing an angel
Fade Away
Ride the storm
Run Run Run
On The Ledge
Musicisti:
Glenn Hughes – voce e basso
Joe Lynn Turner – voce
JJ Marsh – chitarra
Vince Di Cola – Tastiere
Shane Gaalaas – Batteria
Ospiti:
John Sykes – chitarra e cori su “Heaven’s missing an angel”
Paul Gilbert – chitarra solista su “You can’t stop rock n’ roll”
Akira Kajiyama – chitarra solista su “Ride the storm”