Recensione: Humagination
In Polonia non si suona solo death metal di grande sostanza e qualità, evidentemente…
Daniel Lechma?ski e Piotr Sikora, due nomi che con estrema fatica potranno dire qualcosa a molti degli appassionati di suoni heavy power, a quanto pare, hanno concrete chance di far breccia nel cuore di chi da sempre prova attrazione per Helloween, Stratovarius ed in particolare Masterplan, tutte band dalle quali la coppia di musicisti di Varsavia pare aver assorbito con cupidigia dettagli e minime sfumature.
Nemmeno troppo diversa da tante altre, la storia della loro band, gli Exlibris.
Fondato nel corso del 2003 ed autore tre anni più tardi del debut “Skywards”, il progetto ha mantenuto sempre natura episodica e marginale: la classica piccola realtà sorta ai confini delle scene che “contano”, dal buon potenziale ma ancora tutta da definire, mantenuta come una sorta di diversivo sul quale concentrarsi quando liberi dagl’impegni principali.
Nonostante i consueti rimestamenti di line up ed i guai nel reperire un minimo di audience in giro per l’Europa, il gruppo ha comunque saputo mantenere una propria linearità, conservando intatta la voglia di suonare di tanto in tanto insieme per qualche occasionale concerto, nella speranza di poter cogliere – prima o poi – l’opportunità per la release di un secondo capitolo discografico.
Un momento propizio atteso a lungo e maturato proprio quest’anno per merito della conterranea Metal Mind, label di buon livello che, probabilmente affascinata dal discreto esordio, ha valutato con favore il possibile comeback della band di Lechma?ski e Sikora, meteora dello scenario heavy continentale meritevole di un po’ di rinnovata fiducia.
Uscito da poche settimane, il piacevole “Humagination” dimostra, in effetti, la lungimiranza degli esperti di casa Metal Mind, abili nello scrutare quanto d’effettivamente valido fosse nel DNA degli Exlibris, divenuti nel frattempo una formazione stabile con l’ingresso di una sezione ritmica finalmente definita e di un sorprendente singer (anch’egli non esattamente famoso) come Krzysztof Soko?owski, sino a quel momento frontman dei Mistress Of The Night.
Grande interprete con corde vocali di caratura superiore Sokolowski: un bel misto tra Michael Kiske, Russell Allen e Tobias Sammett, molto abile nel fornire alle atmosfere del disco un tono volutamente epico dall’inconfondibile sapore “classic”. Come a dire, un vocalist perfetto per le arie e le melodie tipiche del power prog in scia alla migliore tradizione.
Suddivisa in dodici capitoli, la nuova creatura del gruppo polacco ha dalla sua un piacevole misto tra tonalità power dai sentori progressivi e sprazzi hard rock che, proprio i numerosi fan dei Masterplan, riconosceranno come estremamente familiari.
Felicemente suddiviso tra spunti veloci ed arrembanti dalla chiara matrice power made in germany e momenti più cadenzati ed evocativi, “Humagination” mostra di essere allestito con notevoli dosi di buon gusto per la stesura degli assolo (ottimi quelli alle keys di Sikora) e per l’impostazione delle atmosfere che, ammantandosi di una produzione di base più che accettabile, ricordano in più punti proprio alcuni degli eroi più significativi dell’ambiente cui si lega il genere, quali Symphony X, Malmsteen ed Edguy, oltre ai già citati Stratovarius ed Helloween.
Classico per classico: lo stile messo in pista dal binomio Lechma?ski / Sikora non si nasconde insomma, dissimulando le proprie radici evidenti e le più che certe influenze.
Ascoltando l’opener “Follow Thye Light”, ciò che colpisce in prima battuta sono proprio l’interpretazione di Sokolowski e l’impasto spiccatamente “neoclassico” del songwriting del brano, giocato su melodie ariose ed un ritornello in up tempo, declamato sullo sfondo di arrangiamenti orchestrali d’indubbia efficacia.
Una formula sicura ancorché non proprio originale, che dissemina i propri frutti lungo l’intera tracklist: “Astral Geometry”, “Elemental”, “Left Behind” e “All Gust No Glory” sono tutti episodi pescati nel mazzo che, in un modo o nell’altro, lasciano intendere come il gruppo abbia ben presente il significato di “suonare power”, aiutato da cori, orchestrazioni ed ambientazioni simil-hollywoodiane, ottime nel tratteggiare i contorni di un prodotto dai sapori forse un pizzico consueti, ma dal sicuro ed infallibile appeal.
Non propriamente un disco realizzato su coordinate insolite o poco frequentate “Humagination”. Detto tuttavia, di una formula già sperimentata in modo intensivo e non troppo originale nei contenuti, è innegabile quanto il lavoro dei già più volte nominati Lechma?ski e Sikora (aiutati dal resto del gruppo in modo esemplare) abbia tutte le caratteristiche per affermarsi come opera completa e costruita con talento, mezzi tecnici ed importante perizia.
I molti delusi dalla recente rentrée dei Masterplan ne tengano conto, cercando di trovare un po’ di conforto tra le note di questa seconda uscita dei bravi Exlibris, “piccola” band polacca capace di scrivere musica davvero piacevole.
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