Recensione: Human 2.0
I Nasum non sono certo uno di quei gruppi le cui gesta sono conosciute dalla maggior parte degli ascoltatori; sarà per il fatto che quasi tutto il loro materiale è stato divulgato attraverso i canali di promozione dell’underground, e che a parte le uniche due uscite su lunga distanza, resta quindi relegato nelle mani di pochi fanatici sparsi un pò in tutto il mondo. Diciamo quindi che “Human 2.0” proprio per il fatto di essere uno dei due full-length ha decisamente una più facile reperibilità, che comunque in Italia non tocca vette particolarmente elevate di diffusione.
Dei due full-lenght “Human 2.0” è il secondo in ordine di uscita e differisce sotto numerosissimi aspetti dal suo predecessore “inhale/exhale”. Primo fra tutti la durata delle canzoni; se nel primo erano molte di più (38 per essere precisi), nel secondo sono 25. Questo però vuol dire che la durata media delle canzoni è salito esponenzialmente in favore di canzoni maggiormente articolate e meno crust e ruvide.
Dal titolo si capisce chiaramente a cosa alludono i Nasum: una seconda versione di umanità, tecnologica, una forma di vita ibrida divisa tra uomo e macchina. E’ chiaro anche come i tre svedesi non siano tra quelle formazioni cultiste dello splatter più violento, ma come prediligano un grindcore sì assolutamento violento ma comunque influenzato da tematiche politiche.
Le canzoni hanno durate che oscillano tra i 28 sec ed i due minuti e mezzo; ad una canzone corta corrisponde nella maggior parte dei casi un canzone crust, violenta in cui le ritmiche sono sparatissime ed assolutamente disturbanti. I connotati di una canzone lunga come può essere la fantastica “Corrosion”, sono diversi: si va a tratti ultra veloci, ad altri molto più granitici, rallentati ed in cui la melodia trova più spazio. Non mancano le canzoni prettamente core come la grandiosa “Detonetor” o l’altrettanto travolgente “Resistance” in cui il gruppo non si risparmia neanche l’uso dei campionatori, strumento tecnologico che i tre apprezzano particolarmente tanto da ricorrere al suo utilizzo in numerose composizioni.
I Nasum usano nelle loro canzoni sia la lingua inglese che qui su “Human 2.0” è nettamente in prevalenza sia la loro lingua madre, lo svedese. Un esempio per tutti potrebbero essere le canzoni “Den svarta fanan” e “Nar Dagarna”. La prima è una canzone del tipo potere al popolo come amano dire loro e il titolo significa “La bandiera nera”; la seconda il cui titolo vuol dire “Quando i giorni” ed è l’abbraviazione di “Quando i giorni sono contati” parla di quando tutto giungerà a termine e coloro che hanno sbagliato pagheranno per tutti i mali commessi.
Se amate il grind “Human 2.0” va assolutamente comprato. Se invece conoscete poco il genere ma volete approfondirlo vi dico solo che per me sta nei 3 migliori dischi grind…….poi fate voi.
Francesco “madcap” Vitale