Recensione: Human Deception
Ne è passata di acqua sotto i ponti per i milanesi Methedras dal precedente Full-Length ‘The Ventriloquist’ del 2018. In particolare ci sono stati cambi di formazione fondamentali, con il cantante Claudio Facheris e il batterista Daniele Gotti sostituiti rispettivamente da Beppe “Rex” Caruso (IRA ed ex Node) e Edo Sala (Folkstone), con una lineup rinnovata del 50%.
Il doppio avvicendamento ha portato nuova aria sulfurea e, soprattutto, soluzioni stilistiche innovative sia sul piano del songwriting che degli arrangiamenti, come dimostra ‘Human Deception’, il nuovo e sesto album disponibile dal 16 giugno 2023.
Prodotto presso lo storico Fredman Studio di Göteborg direttamente dal suo fondatore Fredrik Nordström (At The Gates, Dark Tranquillity, In Flames, Arch Enemy e mille altri), ‘Human Deception’ vede anche la partecipazione, in parecchi brani, di Francesco Ferrini dei Fleshgod Apocalypse e di Giacomo Gastaldi per quanto riguarda le parti orchestrali, che sono proprio indice della freschezza e dell’innovazione del sound della band.
Insomma, c’è voglia di abbattere muri e barriere, anche rischiando per uscire dall’ordinario e per esplorare nuovi sentieri con varie diramazioni, senza però scendere a compromessi e sconfessare quello che sono i Methedras: una robusta e devastante band di Death/Thrash Metal.
Difatti l’inizio dell’album è quasi canonico, con il trittico composto da ‘Know It All’, che parte subito massiccia ed è carica di influenze Death alla In Flames, dalla prepotente ‘Envy Society’, che è anche il primo singolo (scelta probabilmente perché fa da collegamento con i lavori passati) e da ‘Injected Thoughts’, il cui ritmo è tremendamente serrato e che è impreziosita da un bellissimo assolo di Daniele Colombo, membro anziano della band (presente dal 2014) insieme ad Andrea Bochi, che è l’unico fondatore rimasto.
I primi cambiamenti sonori arrivano con ‘Another Fall’, quarta della tracklist, ed è la prima volta che “Rex” canta pulito e che intervengono le orchestrazioni di Francesco Ferrini.
Queste prendono campo e diventano praticamente la colonna sonora di un film che narra di un mondo distopico nella successiva ‘Enraged’.
‘Psychotic’ può essere considerata la “canzone di Caruso” (Beppe, non Enrico) visto la padronanza assoluta con cui il tenace vocalist passa dal growl al clean e poi ancora allo scream. Tra l’altro questo è il brano più orchestrale di tutti.
Invece ‘In The Abyss’ viaggia su binari semi sconosciuti, quasi rockeggianti e catchy, fino a deragliare, un sintomo chiaro di non voler rimanere imbrigliati nei soliti schemi. Brano messo apposta per confondere le idee infonde curiosità su quello che i Methedras ci riservano per il futuro.
La conclusiva ‘Layers Of Grief’ rappresenta un sunto di tutto l’album, manifesto della nuova strada che il combo ha intrapreso.
Concludendo, questo ‘Human Deception’ convince alla grande: le idee messe in pratica nei dieci brani che lo compongono sono molto interessanti e speriamo che vengano sviluppate anche successivamente, perché questa nuova strada intrapresa sembra la migliore percorribile.