Recensione: Human Zoo
Devo affermare che attendevo con impazienza la nuova release degli Elvetici Gotthard, poiché ritengo che la band sia una delle realtà migliori, per quanto riguarda l’Hard-Rock melodico, partorite dalla scena Europea negli anni novanta. Anche se la band è nata in piena esplosione grunge, la loro proposta si è sempre nettamente staccata, proponendo un sound molto Rock’N’Roll e sicuramente distante anni luce da quanto proposto dalle cosiddette band di Seattle che constrinsero all’oblio parecchi gruppi. La band torna con un album fiammante riportando il sound su coordinate più rock, senza tralasciare però quell’impatto melodico che da sempre accompagna la loro proposta, che dopo il bellissimo live acustico D-Frosted aveva un po’ preso il sopravvento. Per conto mio i tempi degli splendidi esordi (G e Dial Hard senza dimenticare il primo album del 1992 dal titolo omonimo) sono lontani, però penso che i Gotthard in questo disco siano riusciti a creare dodici pezzi che tra sfuriate elettriche e grandi ed ariose melodie, ci regalano cinquanta minuti d’ottima musica creando il ponte ideale tra passato e presente. Il disco segna anche l’allontanamento da Chris Von Rohr, produttore e coautore anche in alcuni brani e che ha accompagnato la band sin dai suoi esordi. La title-track Human Zoo apre il disco ed è un’hard-rock trascinante sostenuto dalle chitarre di Mandy Meyers e Leo Leoni, brano che dal vivo farà la sua bella figura. Un inizio acustico mette in risalto la bella linea melodica, enfatizzata dalla suggestiva voce di Steve Lee, che apre What I Like It. Pezzo che poi prende un ritmo sostenuto, con un’atmosfera orientaleggiante (dettata dalle tastiere) rendendo il tutto assai accattivante ed estremamente vario.Piano e voce introducono Have a Little Faith: il sottofondo d’archi rende questa ballad davvero superlativa soprattutto per l’interpretazione molto sentita del singer Steve Lee. Si cambia registro con Top Of The World aperta da un giro di chitarra hard-rock mettendo subito in chiaro l’atmosfera del pezzo; ottimo il refrain che si stampa in testa ai primi ascolti. Janie’s Not Alone è un bellissimo brano che sa molto di West Coast, soprattutto per il violino che fa la sua comparsa donando al tutto un tocco d’anni settanta.Still I Belong To You ha un intro di tastiere che accompagnano la voce di Lee in questa ballad sempre contraddistinta da una chitarra elettrica: ottima song. I ritmi si fanno più duri con One In a Million, brano sostenuto da belle ritmiche hard-rock con un ritornello che si stampa in testa ai primi ascolti. No Tomorrow è un brano molto accattivante poiché ad un inizio elettrico seguito da arpeggi di chitarra acustica, che fanno da contorno alla bella voce del singer, all’altezza del ritornello i riff si induriscono ancora rendendo il brano assai vario; certamente un pezzo molto vario e particolare. First Time In A Long Time è una ballad sostetenuta che sprazzi melodici e giri di chitarra rock donano alla canzone il giusto equilibrio tra melodia ed elettricità.; ottimo il ritornello adatto a coinvolgere il pubblico durante i concerti. La seguente Where I Belong è un rock’n’roll cadenzato e trascinante al punto giusto. Mentre Long Way Down è un pezzo molto cadenzato con delle belle chitarre, ed un solo di chitarra dal forte sapore di blues: il ritornello mi richiama alla mente gli Aerosmith.What Can I do chiude il cd ed è un’altra grande ballad dove Steve Lee sfoggia ancora una volta il suo talento vocale in un’interpretazione maiuscola.In conclusione un dischetto molto bello che segna il ritorno alla grande di un gruppo, che nelle ultime prove non era stato in grado di regalare le premesse degli esordi in quanto Open risentiva troppo del successo dello splendido live acustico D-Frosted, mentre Homerun era troppo legato a sonorità forse un po’ troppo Bonjoviane. In ogni caso Human Zoo riporta ancora i nostri su territori Hard-Rock, sfornando così un dischetto molto bello e nettamente superiore alle ultime due release in studio. Sicuramente il 3 maggio sarò a Lugano per il concerto al palazzo del ghiaccio della città Elvetica.
Franco Spruss
Tracklist:
Human Zoo
What I Like
Have a Little Faith
Top of the World
Janie’s Not Alone
Still I Belong to You
One in a Million
No Tomorrow
First Time in a Long Time
Where I Belong
Long Way Down
What Can I Do