Recensione: Hundred Days
Napoleone I giunge a Sant’Elena, dove rimarrà in esilio sino alla morte.
Prima di ciò, ovvero dal suo rientro a Parigi dall’isola d’Elba sino alla battaglia di Waterloo, trascorre un leggendario lasso di tempo – cento giorni, appunto – durante il quale il suo genio militare tocca il massimo splendore.
Prendendo spunto da questo periodo storico i tedeschi Crystallion sfornano “Hundred Days”, terzo full-length della loro carriera, il quale ruota attorno all’irripetibile figura dell’Imperatore francese durante quelle fatidiche giornate.
Nonostante questa sintesi storica possa risultare noiosa, è necessaria per entrare adeguatamente nelle atmosfere fortemente evocative – a cominciare dall’artwork – del concept album dei teutonici.
Sebbene il quintetto bavarese sia spesso e volentieri associato al power, fatto in buona parte condivisibile, il genere che propongono più o meno da un lustro è anche radicato nell’heavy metal.
Pertanto non bisogna puntar troppo sul fatto di trovarsi davanti a drumming spesso e volentieri in doppia cassa, melodie marcate, riff veloci, testi fantasy e quant’altro possa accumunare i Nostri ad Helloween, Sonata Arctica e compagnia cantante.
Il sound di “Hundred Days” è, infatti, incentrato su un tono generalmente dolce e delicato: tutto sembra composto per non aver mai alcun elemento al di fuori delle righe. Alcuni brani sono magari più aggressivi ma la produzione regala un groove ammantato da un’aurea di soffusa coloritura a tinte pastello: se si potesse dipingere quel che si prova ascoltando l’album, ne verrebbe fuori un paesaggio magari collinare, illuminato da un sole languidamente tiepido.
Questa metaforica interpretazione del tutto personale è tuttavia indicativa dell’oggettiva natura introspettiva che caratterizza il platter, il quale non ha una presa immediata ma anzi richiede parecchi passaggi affinché ne sia correttamente percepita l’indole.
Quanto sopra porterebbe a credere che del soggetto ispiratore si sia cercato di esplorare principalmente l’aspetto intimista, piuttosto che quello celebrativo; il che rende originale e profondo il lavoro svolto dal quintetto sia in sede di songwriting che in fase d’esecuzione.
Per quanto riguarda i singoli brani, dopo l’introduttiva ed un po’ pomposa “Cloak And Dagger”, “The Sleeping Giant” delinea un quadro chiaro e conciso della situazione: Thomas Strübler possiede un timbro assai riconoscibile mediante il quale affronta le linee vocali con semplicità e spontaneità, le chitarre svolgono il loro compito senza strafare sia nelle ritmiche che nei soli, basso e batteria si mantengono costantemente neutri ed omogenei, le tastiere si sobbarcano abilmente un compito attivo nella costruzione delle canzoni.
Canzoni, i cui ritornelli si muovono entro limiti d’armonia che evolvono in melodie mai esasperate o stucchevoli, anche nei casi in cui la spiccata orecchiabilità degli stessi rimane impressa nella memoria come nel caso della title-track e di “A Cry In The Night”.
Per poi trovare ritmi più movimentati, basta andare a “Sole Survivors In Ligny” e “Hougoumont”, dagli agili riff portanti che fanno muovere cranio e vertebre cervicali.
“Nations Falling” mette nell’album quel tanto che basta di cadenzata epicità, “Under Heavy Fire” tiene fede al titolo stampando un manifesto di heavy metal tradizionale che si può affiancare a “We Stand Aligned”.
“The Bravest Of The Brave”, ballata accorata ma non troppo interessante, chiude l’epopea dei cento giorni napoleonici.
“Hundred Days” è dunque un concept album che non perde mai la strada maestra grazie all’idea nativa che lo permea in maniera persistente; idea di base che – pur non presentando dal punto di vista musicale particolari caratteri di innovazione – si dimostra ben congegnata e capace di creare un insieme di canzoni gradevoli, godibili e longeve.
Presumibilmente il lavoro non piacerà a coloro che sono abituati a sonorità più marcate, ma dagli altri ci si può aspettare un più vivo interesse ed apprezzamento.
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Tracklist:
01. Cloak And Dagger 2:22
02. The Sleeping Giant 5:50
03. A Cry In The Night 4:23
04. Sole Survivors In Ligny 5:39
05. Nations Falling 6:42
06. Hougoumont 5:09
07. Under Heavy Fire 4:51
08. We Stand Aligned 6:20
09. Hundred Days 4:57
10. The Bravest Of The Brave 6:04
Line-up:
Thomas Strübler – Voce
Patrick Juhász – Chitarra
Stefan Gimpl – Basso
Manuel Schallinger – Tastiere
Martin Herzinger – Batteria