Recensione: Hybrid
Tiago della Vega, alias il chitarrista più veloce del mondo. Potrebbe sembrare uno slogan di poco conto, un’esagerazione pubblicitaria come tante altre, non fosse che, almeno in questo caso, è tutto certificato. Ma andiamo con ordine: Tiago della Vega è un giovane chitarrista brasiliano (più precisamente originario di Caxias Do Sul) che nel passato ha militato in alcuni gruppi locali senza però mai uscire dall’anonimato. Appassionato di chitarra fin dalla più tenera età (imbraccia lo strumento per la prima volta a cinque anni), l’artista carioca balza improvvisamente all’onor delle cronache nel mese di maggio del 2008, quando, davanti a una commissione appositamente selezionata, esegue senza alcun errore l’arcinoto Volo del Calabrone (Flight of the Bumblebee) di Nikolai Rimsky Korsakov a una velocità pari a 320 BPM (record certificato sul libro del Guinness dei Primati). Fresco di questo record, l’axeman sudamericano inizia nello stesso anno a comporre i pezzi che andranno a formare il suo primo disco solista, intitolato Hybrid, che vede la luce nel 2009 pubblicato dall’italica SG Records.
Ibrido di nome e di fatto questo primo lavoro solista di Tiago Della Vega: le coordinate stilistiche a cui rimane ancorato questo disco vanno infatti dall’hard n’heavy al progressive metal, passando per alcune sfumature jazz, tribali e neoclassiche, in cui scale velocissime e lunghi assoli al fulmicotone si alternano a momenti più riflessivi e di ampio respiro. A fianco del chitarrista brasiliano, protagonista assoluto dell’album con la propria sei corde, troviamo Daniel Batera alla batteria e Danilo Mendes alle tastiere. Otto sono le tracce che compongono questo Hybrid per un minutaggio complessivo che non supera la mezz’ora di durata. Brani che mettono in evidenza una grande preparazione tecnica appannaggio del chitarrista brasiliano, ma che si rivelano abbastanza scarni a livello di strutture e assolutamente ripetitivi: le canzoni convincono infatti solo a tratti, risultando in larga parte decisamente poco ispirate, assai povere dal punto di vista degli arrangiamenti e con poche melodie effettivamente vincenti. Basti pensare all’iniziale Bugus, pezzo che, malgrado qualche spunto interessante (dovuto soprattutto al largo utilizzo di influenze etnico/tribali) si rivela purtroppo davvero poco coinvolgente ed abbastanza piatto nel complesso. Decisamente meno attenzione merita invece il breve rifacimento di Flight of the Bumblebee di Nikolai Rimsky Korsakov, che aldilà dell’incredibile velocità di esecuzione (non a caso è il pezzo che ha consentito a Tiago di entrare nel Guinness dei Primati) si rivela essere un pezzo assolutamente trascurabile. Vanno un po’ meglio le cose con Caprice 24, riarrangiamento del famoso Capriccio per violino di Paganini, abbastanza piacevole e discretamente riuscito. Tra gli altri episodi positivi del disco possiamo sicuramente indicare la lenta e melodica Destiny, dove un dolce pianoforte accompagna le evoluzioni di una chitarra estremamente intensa ed emozionante, oppure la più soffusa jazz oriented Distant Dreams. Pessimi nel complesso la produzione e il missaggio, curati in quest’occasione dallo stesso Tiago Della Vega: in alcuni frangenti i suoni risultano davvero troppo scialbi e plastificati, cosa che finisce sicuramente per compromettere seriamente la resa dei brani.
Insomma, che altro aggiungere? Sicuramente questo Hybrid si segnala per una buona dimostrazione di tecnica e per alcune idee interessanti che però, in alcuni tratti, potevano essere sicuramente sviluppate in modo migliore. Pochi gli spunti veramente vincenti e pochi i brani degni di nota in un lavoro a volte troppo confuso e privo di mordente. Aggiungiamo a questo dei suoni e una produzione decisamente non all’altezza ed ecco spiegato il perché questo disco non possa andare oltre a una risicata sufficienza. Insomma, un vero e proprio passo falso per Tiago Della Vega, anche se siamo sicuri che ci saranno tutte le possibilità per il chitarrista brasiliano di poter sfornare nel prossimo futuro un disco un po’ più interessante e coinvolgente.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Bogus
02. Destiny
03. Caprice 24
04. Lost
05. Violet Rose
06. Distant Dreams
07. Flight of the Bumblebee
08. Acalanto
Lineup:
Tiago Della Vega – Guitars
Daniel Batera – Drums
Danilo Mendes – Keyboards