Recensione: Hymn to Death
Esordio dai due volti per i marchigiani Kaos Engine, giunti alla prima, agognata release dopo 5 anni di attività a corrente alternata. Hymn to Death si presenta in un lussuoso digipack auto-prodotto, che ricalca l’artwork dell’altrettanto curato sito ufficiale del gruppo; un biglietto da visita allettante, gradito al colpo d’occhio, che accresce inevitabilmente anche le pretese dell’avventore. Purtroppo le quattro tracce contenute riservano più banalità che sorprese, proiettandosi sui binari di un thrash / death monolitico e dozzinale che, nonostante l’esperienza accumulata dai musicisti, risulta piuttosto frammentario e ancorato ai cliché del genere. Manca lo spunto brillante, il quid necessario per sbarazzarsi di una concorrenza mai così agguerrita nel panorama nazionale.
Pesa sul giudizio complessivo la mediocrità dei primi due brani, in cui emerge il profilo di un gruppo ancora poco coeso nell’esecuzione e incerto sulla direzione stilistica da intraprendere. I See… No More si trascina pesantemente senza mai decollare, con la sola batteria di Alessandro “Doomtrain” Camela a tentare soluzioni più elaborate e dinamiche; i risultati sono comunque deludenti, anche a causa di una registrazione che, per quanto dichiaratamente ruvida e in presa diretta, non ha lo spessore per dare risalto alla sezione ritmica. L’incipit di This Is The Way è arrembante, ma persistono i limiti di affiatamento evidenziati in precedenza: il gruppo è incapace di sfogare a pieno il desiderio di velocità, con accelerazioni disordinate che si alternano a mid-tempo più regolari, ma ugualmente difettosi in termini di compattezza; il ritornello è forse il punto più basso del dischetto, un connubio scream / growl che non sta in piedi. Da qui la lenta risalita: la seconda metà dell’EP, pur senza strafare, si rivela un significativo passo in avanti rispetto alle composizioni inserite in apertura. Si avverte una formazione più convinta nelle partiture spinte (Big Dust), in primis grazie a un apporto finalmente efficace delle chitarre di Nicola “Glacial” Farina e Marco “Ulag” Mancinelli, sia in ambito ritmico che solistico (Hymn to Death); la sola voce di Gionata “Xenon” Del Gatto, peraltro penalizzata dai suoni grossolani del disco, non convince pienamente.
I segnali di ripresa mostrati nella seconda parte non bastano ad annullare un’insufficienza di fondo che, dopo i primi minuti, sembrava netta e inequivocabile. C’è molto da lavorare in casa Kaos Engine, ma il tempo e l’assenza di pressioni esterne sono dalla parte di questi ragazzi. Calcare oltremodo la mano non sarebbe giustificato, serve tuttavia un salto di qualità che – di buona lena – potrebbe già arrivare dalla prossima esperienza in studio. Buon lavoro!
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist:
01 7686798185
02 I See… No More
03 This Is The Way
04 Big Dust
05 Hymn To Death