Recensione: Hyperlogical Non-Sense

Di Giorgio Vicentini - 28 Luglio 2005 - 0:00
Hyperlogical Non-Sense
Band: Aydra
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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82

Questa è la classica situazione che mi fa sentire un pivello, l’occasione nella quale mi verrebbe da dire ad alta voce “ma senti che bravi musicisti sono questi Aydra, da dove sbucano fuori?”, sapendo già che qualcuno arriverà a sbeffeggiarmi con un “bravo, hai scoperto l’acqua calda”. Già, la verità è che il quintetto non suona da ieri, dall’anno scorso e nemmeno da dieci anni bensì nasce nel 1985 (!!!). Impegnato agli albori in un power thrash americano, seguiranno innumerevoli cambi di line up, release transitorie ed altre più complete quali il precedente Icon of Sin e l’attuale Hyperlogical Non-Sense.

Proprio “Iperlogico non Senso“ è il manifesto più calzante che la band potesse trovare per la propria musica, data la complessità, l’estrema cura e la ricerca musicale che gronda da ognuna delle undici tracce. La logicità di costruzioni così elaborate è palese, ai primi approcci disorientante ma altrettanto avvincente e man mano più chiara data la sua razionalità, dimostrazione che i cinque attori hanno macinato chilometri e chilometri di note, prove ed anni di musica per arrivare ad un castello compositivo articolato, orchestrato con intelligenza ed acume di ottimo livello.

Influenza principe i Death, allo scoperto nei tratti più duri, ma onnipresenti nell’essenza della band, quasi uno spirito guida che definisce la direzione di massima votata alla ricerca di strutture flessibili, aggressive e raffinate. Attacchi energici, ritmiche sostenute (“Hyperlogical Non-Sense”), vocals dichiaratamente acide che mi hanno ricordato i Sadist, sensazione forse guidata più dalla mia voglia di accomunarli con entusiasmo ad un nome enorme di un ipotetico filone death eclettico, più che per una stretta somiglianza.
Ottima la prova corale degli strumentisti, con la mia credo ormai nota predilezione per la batteria, capace di ritmare a dovere e con invidiabile precisione ogni cambio di tema; uno dei tanti ingredienti di questa seducente pozione nella quale non ho udito un brano banale o che si sviluppi secondo canoni usurati, bensì tanta tecnica esecutiva senza scadere in vuote evoluzioni. 

Ottima l’eterogeneità di fondo, uno spettro rappresentativo molto ampio fatto di controtempi, ritmi spezzettati, più volte interrotti e ripresi, idee che vanno dagli arzigogolati momenti strumentali vagamente prog di “Vortex of Desire” ad alcuni tocchi di death melodico in “Master-Enemy”, salti di tema che non perdono le fila del discorso musicale ed alcuni inserti vocali vicini a scelte di casa Misanhtrope (“Inside the Insane Man”). Andando “a braccio” termino col citare la coppia “Pulse” – “Re-pulse”, la seconda remix della prima e “Creator of Inner Cosmos”, eccellente nell’attacco energico iniziale che si fonde con classe all’assolo conclusivo di ottimo gusto. Si tratta comunque di un semplice “fare nomi” in quanto la sostanza complessiva del disco non permette di escludere un traccia a favore di un’altra.

Linea retta è la via più breve tra due punti? Forse per gli Aydra no, ma Hyperlogical Non-Sense è un disco interessantissimo, legato eppure sciolto, suonato fino allo sfinimento, capace di crescere fra le mani diventando tanto familiare quanto non ci aspetterebbe.

Tracklist:
01. Vortex of desire
02. Hyperlogical Non-Sense
03. Inside the insane man
04. Creator of inner cosmos
05. Mental pattern of re-birth
06. Master-enemy
07. Pulse
08. Prelude to…
09. Strobos
10. Mind blast
11. Re-pulse

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